Nella sbornia bellica che ha intrapreso l’Europa, con il piano di riarmo e diversi Paesi che stanno reintroducendo il servizio di leva militare, c’è chi prova a mettere un bastone nell’ingranaggio guerrafondaio. Sono gli studenti tedeschi, che domani sciopereranno in 60 città della Germania contro il piano governativo che reintrodurrebbe il servizio militare.
Il governo tedesco ha presentato come volontario il ritorno della leva, ma i meccanismi con cui verrebbero censiti i giovani e il fabbisogno dell’esercito renderebbero di fatto obbligatorio prestare servizio.

No alla leva militare: gli studenti tedeschi in sciopero

A spiegare come funzionerebbe, nei propositi del governo tedesco, la reintroduzione della leva militare è il giornalista Cosimo Caridi: «È un modello svedese, tutti i 18enni vengono censiti e i maschi rispondono a un questionario rispetto alla loro disponibilità a fare o meno il militare, mentre per le donne il questionario sarebbe volontario. Dei volontari censiti, lo Stato può chiamarne un po’ per fare una visita medica, che non comporterebbe ancora in automatico l’arruolamento».
Il problema, sottolinea il giornalista, è che la forchetta tra l’attuale composizione dell’esercito tedesco in termini di soldati e quella che si vorrebbe raggiungere è molto ampia. Si parla di circa 80mila unità che mancherebbero all’appello. «Per colmare questo buco si potrà arrivare a una richiesta obbligatoria dei ragazzi censiti».

È contro questa prospettiva che domani gli studenti sciopereranno in molte città tedesche. Sono gli stessi ragazzi e ragazze che fino a pochi anni fa animavano i cortei contro la crisi climatica e che ora si vedono completamente stravolta la loro prospettiva di vita.
«Purtroppo non c’è un referente politico che dà voce a questi gruppi – continua Caridi – Esistono gruppi pacifisti, esiste una parte della Linke che si fa portavoce, così come una disponibilità l’hanno data i rossobruni di Sahra Wagenknecht, però non esiste ancora una piattaforma condivisa».
In particolare, i giovani finora si sono mossi in modo spontaneo, attraverso il passaparola che ha portato gli studenti ad organizzare la protesta istituto scolastico per istituto scolastico.

La Germania è uno dei Paesi europei che più ha spinto per la deriva bellica, in particolare per il riarmo. «Nel Paese esiste una coscienza contro la guerra – sottolinea il giornalista – però esiste anche una paura fomentata negli ultimi quattro anni, che porta il governo e le istituzioni a dare per certa una futura guerra, dando anche una data: quando finirà la presidenza Trump e si creerà un vuoto di potere di cui la Russia potrebbe approfittare con un attacco ad uno dei Paesi baltici».
Accanto a ciò, la retorica bellicista è alimentata in Germania dalla crisi economica, in particolare del settore automotive. Sono nel 2025 sono stati annunciati 100mila licenziamenti e per una parte dell’opinione pubblica tedesca, la riconversione bellica dell’industria è un’opportunità.

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