La Tav è una scelta politica perciò gli studi economici e ambientali non sono stati presi in considerazione, la Ue non ci obbliga a farla con quel tipo di infrastruttura, sarebbe più opportuno spendere per riammodernare le ferrovie esistenti. – queste le opinioni di Luca Mercalli, il noto metereologo, che afferma: “Per la costruzione della Tav c’è un accanimento che mai o raramente si è visto in Italia per la realizzazione di un opera pubblica, ma se l’opera pubblica la si fa per i cittadini bisogna anche ascoltare i cittadini”.

Il professor Mercalli lancia un appello alle Istituzioni: “Usiamo i soldi dell’Ue per migliorare le ferrovie esistenti, mentre la grande opera faraonica arrichisce solo chi la costruisce e darebbe un effetto tangibile. ammesso che ci sia, solo tra una quindicina d’anni. mentre noi abbiamo bisgono di opere che entrano in funzione subito e inoltre concentrebbe una enorme quantità di soldi in un solo punto dove esiste già una linea a doppio binario che funziona a un quinto della sua capacità. I proponenti – continua Mercalli – si fanno forti di una sola ragione: non perdere il finanziamento europeo. Ma allora una grande opera si fa perché è utile o per i soldi? Si deve fare perché hanno un utilità per la comunità!”

In luglio, Mercalli e altri 150 professori hanno scritto un documento che voleva esortare ad uscire dalla logica apprioristica Tav – No Tav e dalla contrapposizione. “L’appello al Presidente Napolitano  – spiega Mercalli – è una richiesta di esame dei dati di fatto, invece di continuare in una contrapposizione tra Stato e protesta civile che 20 anni non trova sfogo e è male interpretata. Il documento chiede – continua – di ristabilire un dibattito scientifico e aprire un serio dibattito imparziale, ma a mesi di distanza non c’è stata ancora risposta. L’opera (la Tav n.d.r) è una scelta politica che non ha nessun riscontro negli studi  trasportistici e ambientali fatti dal politecnico di Torino”.

Luca Mercalli ha pubblicato da poco un nuovo libro, dal titolo Prepariamoci! edito da Chiarelettere: “Il mondo in futuro avrà meno risorse, meno abbondanza, meno acqua, meno cibo disponibile. Io spiego al lettore come io mi sono preparato ad affrontarlo: isolamento termico, raccolgo l’acqua piovana per l’irrigazione del mio orto che mi produce il 50% di quello che mangio, riciclo i rifiuti. Sono cose che si possono fare vivendo una vita normale”.

Ascoltiamo l’audio dell’intervista al professore