Nessun errore sul calcolo dei voti: il Movimento a 5 Stelle ha chiesto espressamente di non partecipare al voto. Lo rivela il presidente del Consiglio Regionale Matteo Richetti. Non sono nemmeno giunte richieste di rettifica.

Il diritto di cittadinanza ai figli di migranti nati in Italia continua a far discutere.
Dopo le polemiche sul Movimento a 5 Stelle, le giustificazioni dei consiglieri e l’intervento di Beppe Grillo, Radio Città Fujiko cerca di fare chiarezza sulla vicenda.

Il Movimento a 5 Stelle ha pubblicato un video che riporta le dichiarazioni di voto favorevole del capogruppo Giovanni Favia, a testimoniare che sulla vicenda c’è stato un malinteso. Una sorta di giustificazione che, però, non porta completa trasparenza nella vicenda.

Per capire meglio abbiamo intervistato il Presidente dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna, Matteo Richetti, che ci ha spiegato nel dettaglio come si è svolta la votazione. “Il consigliere Favia è venuto al banco di presidenza a chiedere quali erano le modalità per non partecipare al voto”. Una ricostruzione ben diversa da quella fornita alla stampa, secondo cui ci sarebbero stati errori nel conteggio dei voti.

“Gli oggetti della risoluzione erano due – spiega Richetti – una di sostegno alla campagna ‘L’Italia sono anch’io’ e una di appoggio alle parole del Presidente della Repubblica Napolitano che ha chiesto di modificare la legislazione per consentire ai figli di migranti nati in Italia di avere la cittadinanza”. Il presidente del Consiglio regionale spiega che Favia ha chiesto come non partecipare al voto perché il M5S non aveva ancora deciso sul secondo oggetto della risoluzione.
Nelle tre votazioni per alzata di mano, inoltre, i consiglieri non hanno alzato la mano, decidendo quindi di non partecipare al voto.

E allora come interpretare il video sulla dichiarazione di voto? Il presidente Richetti spiega il regolamento: “Le dichiarazioni di voto rientrano nel dibattito con considerazioni politiche o di merito, ma il voto deve essere espresso durante le operazioni, non può essere desunto da ciò che dicono i consiglieri”.

La ricostruzione ufficiale, dunque, diverge da quando dichiarato dai grillini.
Ma non è finita qui. Alla presidenza dell’Assemblea Legislativa, infatti, non è giunta alcuna richiesta di rettifica dei verbali che, prima della pubblicazione, vengono sottoposti ai consiglieri. Tradotto: se di errore si è trattato, nessuno si è premurato di correggerlo.