Dopo il saluto romano e l’esibizione della maglietta dell’Rsi nella città martire di Marzabotto, l’ex giocatore del 65 Futa (ora del Borgo Panigale), Eugenio Maria Luppi è stato deferito dalla Figc. Soddisfazione degli antifascisti. Il deputato De Maria: “Atto dovuto e positivo, arrivato anche grazie alla mobilitazione. Ora lavoriamo su legislazione e memoria”.

Eugenio Maria Luppi, l’ormai ex giocatore del 65 Futa che il 12 novembre scorso esultò per un gol facendo il saluto romano e mostrando una maglietta della Repubblica Sociale Italiana, è stato deferito dalla Figc. Lo ha deciso la Procura federale interregionale della federazione, che ha adottato provvedimenti analoghi anche per il dirigente del Futa Terence Baraldi e la stessa società.

Secondo la procura, l’azione di Luppi “integrava gli estremi della propaganda ideologica vietata dalla legge, inneggiante a comportamenti discriminatori ed inoltre idonea a costituire incitamento alla violenza o a costituirne apologia”. Il tutto “con l’aggravante della premeditazione in quanto la maglia nera risultava indossata sin dall’inizio della gara”. Dirigente e società sono stati quindi deferiti per omesso controllo. Inutile, quindi, è risultato il gesto riparatore che la società ha tentato nei giorni successivi, recandosi al sacrario di Marzabotto.

A inizio dicembre il giocatore fu ceduto ad un’altra squadra, il Borgo Panigale, che milita in una categoria superiore. Anche questa notizia fece scandalo e la prima partita con la nuova maglia fu accompagnato dalla contestazione di alcuni antifascisti.

Soddifatto per la decisione il deputato Pd Andrea De Maria, che aveva sollecitato la Figc a prendere provvedimenti esemplari. “Penso che sia un atto dovuto – afferma ai nostri microfoni – ma anche un fatto positivo. Un risultato a cui ha contribuito la forte mobilitazione di istituzioni, associazioni e cittadini“.
Per contrastare fenomeni di questo tipo, che sono preoccupantemente in crescita nel nostro Paese, De Maria individua diversi strumenti: l’applicazione delle leggi esistenti, l’implementazione della legislazione, ad esempio della legge Fiano, fino ad un lavoro culturale di sostegno alla memoria.

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