Il Comune di Bologna vuole anticipare di dieci anni l’obiettivo fissato dall’Europa per raggiungere la decarbonizzazione, cioè arrivare all’utilizzo di fonti energetiche che non producano carbonio. Lo ha rivelato ieri la vicesindaca Valentina Orioli, presentando il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (Paesc), uno strumento che fa una sintesi degli altri piani urbanistici adottati dall’Amministrazione in questi anni.
In particolare, il proposito è di arrivare alla decarbonizzazione entro il 2040, anziché il 2050 indicato dall’Ue, ma già al 2030 si conta di aver tagliato le emissioni del 40%.

Decarbonizzazione e transizione ecologica, l’impegno del Comune di Bologna

La redazione del Paesc è uno degli impegni che il Comune di Bologna ha assunto con l’adesione al “Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia” e l’approvazione è avvenuta lo scorso 9 aprile in Consiglio comunale, dove il voto favorevole è arrivato da Pd e Città comune, mentre Lega, Fdi e Insieme Bologna hanno votato contro e M5s e Coalizione civica si sono astenuti.
Il Paesc, ha sottolineato la vicesindaca, è il proseguimento di azioni già intraprese e che hanno portato Bologna, nel 2018, a raggiungere la riduzione delle emissioni del 21,6% rispetto al 2005.

Il piano individua alcuni macroambiti per la mitigazione o l’adattamento ai cambiamenti climatici. In particolare si punta la lente sulle ondate di calore, sugli eventi estremi di pioggia o dissesto idrogeologico, sulla carenza e la qualità dell’acqua per ciò che concerne i cambiamenti climatici. La mitigazione, invece, investe la rigenerazione degli edifici, la produzione di energia da fonti rinnovabili, l’efficientamento degli edifici e dell’illuminazione pubblica, la decarbonizzazione dei trasporti e la transizione energetica del settore industriale.
«Ovviamente l’impegno dell’Amministrazione, da solo, non basta – sottolinea Orioli – è necessario che anche i cittadini e tutte le forze sociali ed economiche facciano la loro parte».

Tra le azioni-chiave per raggiungere l’obiettivo, il Comune include la riqualificazione dell’edilizia, a partire da quella residenziale pubblica, la creazione di Comunità energetiche (su questo punto c’è il progetto Geco che riguarda la zona delle Roveri), l’incremento delle alberature, la creazione della linea rossa del tram, gli interventi di riduzione del rischio idrogeologico e il recupero delle acque dell’impianto Idar.
Nel concreto, la rigenerazione urbanistica inserita nel Paesc, ad esempio, propone la creazione di interi quartieri “ad energia zero” o addirittura a energia positiva, con produzione locale da fonti rinnovabili. Si prefigura poi una forte spinta alla transizione verso l’elettrico di tutti i consumi energetici, da quelli domestici ai trasporti pubblici. La prima linea del tram, secondo i calcoli, porterebbe ad una riduzione di oltre 50.000 tonnellate le emissioni di Co2 annuali.

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