C’è una stanza spoglia e buia e, in mezzo, una sedia su cui è seduto un musicista che imbraccia una chitarra acustica ed esegue un pezzo. È minimale il video di “Il fiore per te”, la nuova versione del brano dei Sick Tamburo, uscito sette anni fa, che oggi Gian Maria Accusani reinterpreta in vista del suo tour estivo “Da grande faccio il musicista”. Lo spettacolo, che passerà da Bologna il prossimo 8 luglio al Covo, ci farà conoscere l’artista di Pordenone in una veste diversa, molto intima, anni luce distante dal punk dei Prozac + con cui lo abbiamo conosciuto.

“Da grande faccio il musicista”, un Gian Maria Accusani intimo

Il 2020 per i Sick Tamburo è stato un anno molto brutto. Durante la pandemia è morta Elisabetta Imelio, ma non è stata il Covid a portarsela via. Il male che l’affliggeva era stato raccontato anche grazie alla canzone-incoraggiamento “La fine della chemio”, un atto d’amore scritto da Gian Maria e interpretato da tanti colleghi musicisti.
Ascoltando il testo di “Il fiore per te”, uscita il 4 giugno nella nuova versione acustica, a qualcuno potrebbe suonare come una dedica postuma alla musicista, ma è lo stesso Accusani a dirci che non è così: «Sono decine le canzoni che, dai Prozac ai Sick Tamburo, ho dedicato o parlano di Elisabetta, ma non quella».

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“Il fiore per te” farà parte della scaletta dello spettacolo “Da grande faccio il musicista”, che vedrà Accusani girare per la prima volta col proprio nome e proporre uno spettacolo che è sia musicale, ma anche di racconto. Un racconto di una vita per coronare un sogno – fare il musicista appunto – che in Italia ancora si fatica a considerare un lavoro. «La frase che mi sono sentito dire più volte nella vita è proprio “Sì, ma di lavoro cosa fai?”», racconta il musicista ai nostri microfoni. E se la pandemia, con la sua assenza di concerti e i problemi vissuti dalle lavoratrici e dai lavoratori dello spettacolo, poteva essere un’occasione per un salto culturale, il trattamento riservato agli artisti rende piuttosto scettico Accusani sull’effettivo cambio di mentalità.

Nello spettacolo che porterà in giro, il musicista racconterà dunque la sua vita in musica, da quando ha imbracciato il primo strumento a sei anni a quando ha fatto parte del movimento di Pordenone “The Great Complotto”, nato sulla scia del punk britannico e statunitense, fino all’esperienza a Londra e alla carriera italiana.
Accusani spiega che, già l’anno scorso, il suo manager gli aveva proposto di realizzare uno show solista, ma inizialmente si era rifiutato. Troppo strana, rispetto alla sua esperienza, una dimensione in cui un musicista si esibisce da solo sul palco, con un pubblico seduto e distanziato che non può ballare o pogare. Ora però, per tutta una serie di accadimenti – tra cui la scomparsa di Elisabetta – “Da grande faccio il musicista” rappresenta anche un’occasione per mettere in fila alcune cose.

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