Un laboratorio finanziato dagli industriali per migliorare l’inglese e valorizzare la cultura tecnica nei ragazzini delle medie. Gli insegnanti sono contrari al progetto di Unindustria, considerato un’invasione di campo, troppo precoce per promuovere la cultura d’impresa a soli 11 anni.
Progetto Unindustria: C’è chi dice no
Dopo le polemiche sorte per le dichiarazioni del ministro del Lavoro Giuliano Poletti sul lavoro che gli alunni dovrebbero svolgere durante le vacanze estive, il mondo della scuola – già in subbuglio per la contestazione alla riforma – insorge contro un progetto di Uninundustria.
La cornice è rappresentata da alcuni Comuni della provincia di Bologna – Calderara, San Giorgio di Piano, San Lazzaro e Zola Predosa – in cui gli istituti comprensivi secondari, ovvero le scuole medie, hanno ricevuto la proposta di un laboratorio da svolgere al pomeriggio.
Un pacchetto laboratoriale di 43 ore per migliorare l’inglese e diffondere il valore della cultura tecnica tra gli studenti, a cui parteciperebbero due sezioni sorteggiate per istituto e in alcuni casi anche con aule attrezzate tecnologicamente ad hoc.
Le materie andrebbero dall’inglese, con un insegnante madrelingua, all’informatica, al supporto ai compiti ed educazione alla cittadinanza.
I collegi dei docenti, in alcuni casi, hanno già bocciato il progetto, considerato un’invasione di campo da parte degli imprenditori e troppo precoce nell’instradare, a soli 11 anni, gli alunni alla cultura d’impresa.
Ancora più esplicito l’insegnante e consigliere comunale di Sel a Bologna Mirco Pieralisi: “I mercanti non entrino nel tempio. I privati non entrano gratis, ma lo fanno per portare una propria filosofia, che crea una precoce biforcazione di percorsi, mentre la scuola fino ai 16 anni dovrebbe servire come momento formativo di cittadinanza e acquisizione di competenze non specialistiche”.
“Siamo tornati alla scuola dell’avviamento – ironizza Adriana L’Altrelli, insegnante delle medie di Calderara – Se fare una scelta è difficile a 14 anni, figurarsi a 11. La scuola dovrebbe sviluppare il senso critico, specie in questa età evolutiva”.
L’insegnante racconta che non c’è stato alcun margine per modificare il progetto di Unindustria e renderlo, ad esempio, fruibile a tutti gli alunni, almeno per la parte in inglese.
L’Altrelli lancia anche l’allarme sulle conseguenze che la riforma della scuola di Renzi potrebbe provocare in casi come questo. Ora, infatti, il progetto è stato bloccato, mentre con la figura del “preside-sceriffo”, gli insegnanti potrebbero essere esautorati da decisioni che riguardano la didattica.