La rete mutualistica “Don’t Panic – Organizziamoci”, nata dal Circolo Arci Ritmolento nel marzo del 2020, ha lanciato una nuova attività solidale di condivisione, a partire da una prospettiva femminista, per venire incontro alle fragilità sociali aggravate dalla pandemia.
Esattamente un anno fa “Don’t Panic – Organizziamoci” nasceva dalla consapevolezza che da una profonda crisi sanitaria ed economica, che tendeva a mettere in secondo piano le relazioni umane, si potesse uscire rimettendo in primo piano priorità fondamentali: la cura delle e per le persone e la costruzione di comunità, obiettivi fondanti del vivere quotidiano.

Condomini della cura, una banca del tempo condominiale

Numerosi volontari e volontarie, animati dalla convinzione che potesse esistere un sistema diverso, fondato sulla cura e la solidarietà, hanno messo a disposizione il proprio tempo e la propria energia in numerose azioni di solidarietà. Un anno dopo, il ritorno in zona rossa ha portato a galla gli stessi problemi, a cui rispondere con idee nuove e iniziative concrete. «Abbiamo deciso di provare a incidere su un piano diverso di cui ancora non ci eravamo occupati – spiega ai nostri microfoni Valerio Tuccella – Abbiamo deciso di lanciare i “Condomini della cura” promuovendo la costruzione di comunità e la messa in comune delle responsabilità e del bisogno di cura proprio all’interno di quelle mura domestiche che dimostrano una concentrazione del lavoro di cura in capo alle donne».

La scelta del giorno di lancio del progetto è ricaduta proprio sull’8 marzo perché, dopo un anno di pandemia, il lavoro di cui le donne si sono fatte carico è aumentato esponenzialmente fuori e dentro le mura domestiche. «Pensiamo che sia necessario redistribuire il lavoro di cura e creare nuovi modelli di comunità – afferma Silvia del collettivo La Mala Educacion, che fa parte della rete mutualistica – Cucinare, pulire, seguire le bambine e i bambini nei loro percorsi scolastici, oggi in Dad, prestare attenzione agli umori e ai bisogni dell’intera famiglia è lavoro, nonostante venga descritto e preteso come spontaneo e quindi da non retribuire».
Il lavoro invisibile e non retribuito delle donne è, inoltre, accompagnato da forme contrattuali precarie e un maggiore rischio di disoccupazione, rispetto agli uomini. Una consapevolezza sostenuta dai dati Istat sulla perdita di occupazione di dicembre, secondo cui su 101mila nuovi disoccupati, 99mila sono donne, dimostrando come gli effetti della crisi siano stati tutt’altro che neutri.

“Don’t Panic – Organizziamoci”, dunque, attiverà al più presto azioni di solidarietà all’interno delle mura domestiche, unico spazio di vita e lavoro dove si nasconde una parte considerevole del lavoro che le donne svolgono ogni giorno. Nuove pratiche di solidarietà, mutualismo e collaborazione andranno a interessare i bisogni di cura dove la mancanza dei servizi del welfare ha lasciato le sue tracce più profonde, per affermare la possibilità di cambiamenti concreti in grado di incidere sulla distribuzione delle responsabilità e degli oneri di cura.
«Abbiamo elaborato due forme di attivazione – continua Valerio – la messa a disposizione delle ore libere della giornata o della settimana per socializzare il lavoro di cura all’interno del condominio, costruendo una banca del tempo, e la promozione di una raccolta di beni per la cura e il benessere personale all’interno del condominio. I beni potranno essere redistribuiti all’interno del condominio stesso o ritirati da noi e distribuiti a chi ne ha più bisogno».

Vittoria Torsello

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