Dal 1 gennaio entrerà in vigore la Città Metropolitana, che prenderà il posto della vecchia Provincia. Il nuovo ente rischia di nascere già azzoppato, a causa dei tagli agli enti locali previsti dalla Legge di Stabilità. È questo l’allarme dei sindacati che, preoccupati per il futuro di dipendenti e servizi, chiedono certezze sulle coperture nel caso si ricorresse a pre-pensionamenti.

Città Metropolitana di Bologna: cosa ne sarà dei vecchi dipendenti?

Alla vigilia della nascita della Città Metropolitana, in arrivo dal primo gennaio, incertezze e problematiche paiono ancora irrisolte su vari fronti. A rendere ancor più precario il futuro del nuovo ente si è aggiunta la Legge di Stabilità del governo Renzi, con tutto ciò che essa comporta in termini di tagli agli enti locali. In proposito, è chiaro Marco Pasquini, Fp-Cgil Bologna, che spiega come “su tutta questa trasformazione in atto incombono i tagli che la Legge di Stabilità dispone sugli enti locali. Per le Province parliamo di un miliardo per il 2015, due miliardi per il 2016. Un taglio di questa natura – lancia l’allarme in sindacalista – sommato ai tagli degli anni precedenti va a incidere sulla carne viva, non ci sono più spazi di razionalizzazione, e quindi si vanno a pregiudicare i servizi e le persone che li svolgono. La preoccupazione è grande, si tratta di capire cosa succederà ai dipendenti e impiegati di queste funzioni qualora fossero interessati dai tagli di risorse”.

I dipendenti di Palazzo Malvezzi potrebbero così andare incontro a un piano di pensionamenti e pre-pensionamenti, così come paventato tempo fa dal ministro Madia per favorire il ricambio generazionale. Il ricorso a questo tipo di soluzione potrebbe tuttavia scontrarsi con un’insufficienza di risorse: “Se si dovrà affrontare il tema, ci sarà da capire se ci sono le condizioni per cui il personale delle Province possa accedere al pensionamento – sottolinea Pasquini – con tutto quello che comporta da un punto di vista economico e con i requisiti pre-Fornero. L’auspicio è che siano chiare le coperture, che l’Inps dovrà garantire“.

“Rischiamo di arrivare alla Città Metropolitana senza la possibilità di fare i necessari ragionamenti sui servizi ai cittadini. Se il taglio rimane tale arriveremo all’appuntamento del 1 gennaio svuotati, e questo è un problema, per i dipendenti e per i cittadini – è l’allarme della Cgil – È importante che si trovi il modo di modificare la Legge di Stabilità, perché sarebbe anomalo che una legge nazionale pregiudichi la partenza di un Ente predisposto da un’altra legge nazionale”, conclude Pasquini.