Redazione Vanloon: L’11 settembre 1973 Salvatore Allende pronuncia il suo ultimo discorso. Lo pronuncia nel palazzo presidenziale La Moneda, circondato e bombardato dai caccia Hawker Hunter. Il colpo militare è guidato da generale Augusto Pinochet Ugarte, comandante in capo dell’Esercito Cileno. Inizia così la sanguinosa dittatura militare che rovescia il Governo Socialista e che porterà a milioni di desaparecidos. Cile 50, viaggio attraverso il golpe, è lo speciale di Vanloon sull’11 settembre 1973, in onda sui 103.1 FM di Radio Città Fujiko. Sono passati 50 anni ma l’eredità della dittatura non si è conclusa con la fine formale del Regime del 1990. Le voci dei protagonisti, la cronaca, le interviste, i giornali per raccontare, ricordare e riflettere, in podcast su www. radiovanloon. info e su tutte le piattaforme.
Redazione Vanloon: Nel 1970 Salvador Allende vince le elezioni presidenziali, sostenuto da Unidad Popular. Unidad Popular è una coalizione tra socialisti, comunisti radicali e cattolici di sinistra. Con questa vittoria sembra inaugurarsi, per la prima volta, la possibilità che il socialismo venga raggiunto per via pacifica e democratica. Per questo sono tanti i giornalisti, gli osservatori internazionali, i militanti e i dirigenti politici che si sono recati nel paese dell’America Latina. È importante parlarne e capire cosa sta succedendo. Un viaggio di questo tipo lo farà nel 1973 anche Paolo Utter, giornalista e attivista, all’epoca militante di lotta continua, che nel 2004 ha pubblicato Diario dal Cile, 1973-2003, edito dal saggiatore.
PAOLO UTTER: Allora, io mi trovavo in Cile nel lontano 1973, giovanissimo, come io chiamo ironicamente turista politico, cioè ero andato con un viaggio che voleva, diciamo, visitare, vedere da vicino il processo riformista/rivoluzionario di Unità Popolare e del Potere Popolare, quindi il movimento del movimento del basso. Poi per varie coincidenze strane mi sono fermato, non sono tornato indietro in Europa, in Italia il 31 agosto come la mia comitiva e ho preso contatti con il giornale della mia organizzazione lotta continua dicendo, beh io sono qua, comincio a scrivere.
Redazione Vanloon: Alessandro Santoni, professore dell’Università Del Cile nel 2008 ha pubblicato per Carocci “Il PCI e i giorni del Cile”. Lo storico ritiene che ogni forza politica vedesse nell’esperienza di Unidad Popular quello che voleva. Per i socialdemocratici europei è una rete socialdemocratica, cosa che non era. Per i comunisti una via nazionale al socialismo attraverso le istituzioni democratiche. E questo è soprattutto vero per i comunisti italiani, che vedono la possibilità di ricucire la ferita della primavera di Praga e rendere il comunismo compatibile con la democrazia. Ma c’è qualcosa in più. Sentiamo allora proprio lo storico Santoni.
ALESSANDRO SANTONI: Ce un altro aspetto molto importante che ha a che vedere con la sfida del 68 del movimento studentesco della nuova sinistra che aveva messo in discussione le credenziali di sinistra dei partiti tradizionali socialisti, comunisti, di Italia Francia e altrove. C’era un po’ una appropriazione di questa esperienze per appoggiare le proprie ricette in contrapposizione ai partiti comunisti che andavano verso l’Unione Sovietica. Per cui i penso che il Cile sia stata anche una sorta di ribaltamento di tutto questo, trova in America Latina partititi come PCI e socialisti un esempio di una politica simile alla loro che gli permette di riaffermare le proprie credenziali antimperialiste che giocano un po’ sul fatto che l’America Latina va un po’ di moda nel mondo della sinistra italiana dopo la rivoluzione.
Redazione Vanloon: Ci sono delle somiglianze fra Cile e Italia?
ALESSANDRO SANTONI: Un altro aspetto importante a mio giudizio soprattutto dopo il golpe di stato che il Cile permette di riattivare in paesi come l’Italia la mistica della unità antifascista. Cioè viene letta con le categorie Italiane e Europee della lotta di resistenza del fascismo e antifascismo e sotto molti punti di vista questa è una arma che permette di fare un altro discorso cioè parlare alle classi medie e riaffermare la partecipazione e la legittimazione delle sinistre all’interno del sistema democratico italiano. UN altro aspetto specifico dell’Italia è il fatto che in Cile dagli anni ’60 c’è un progetto della democrazia cristiana che governa il paese dal ’64 al ’70 che ha l’appoggio della DC nostra, e questo fa si che si stabilisca una lettura ad uso interno di ciò che succede in Cile. Soprattutto nel momento in cui Allende vince, però già la stampa di sinistra che parla del Cile lo vede come uno specchio della politica italiana. Per quanto riguarda i rapporti tra i partiti italiani e cileni, nel caso dei socialisti non c’erano, chi aveva dei rapporti solidi era il partito comunista italiano con quello cileno non solo perché appartenevano allo stesso partito comunista internazionale ma dagli anni ’60 c’è un avvicinamento che si basa sulla percezione che esiste una affinità tra le due politiche. C’è un interesse dei cileni per quello che è il lavoro a livello organizzativo che fa il PCI, che gli serve un poco come esempio, c’è un interesse degli italiani che vedono un partito che fa una politica interessante, simile alla via italiana al socialismo che sfida una DC un po’ analogo a quello che succede in Italia, C’è un rapporto che ha un po’ all’origine il fatto che ci sia stato l’esilio di Pablo Neruda in Italia negli anni ’50, per cui c’era già un nesso umano importante. Cosa un po’ parallela a quello che è il contatto che stabiliscono i dirigenti della DC italiana con quelli della DC cilena.
Redazione Vanloon: La nuova sinistra italiana, invece, è più concentrata sulle ambiguità del socialismo di Allende. Ci si chiede quale sia la via che possa portare ad un reale Governo del popolo. Democrazia o rivoluzione? Riformismo o tutto il potere al popolo? Armare gli operai o confidare nella costruzione del consenso all’interno delle forze armate?
Redazione Vanloon: Questa dicotomia emerge dal confronto con Cuba. Se la rivoluzione cubana è una sfida diretta agli Stati Uniti, e un socialismo nuovo nato dalla rivoluzione, il Cile Allendista è qualcosa d’altro. Il Governo di Unidad Popular, pur promuovendo politiche socialiste di nazionalizzazione e di ridistribuzione del reddito, cerca dei modi per ripagare il debito con le banche mondiali e di accedere al credito dei paesi esteri capitalisti. Il Cile Socialista cerca in un certo senso di stare alle regole e di non inimicarsi troppo il resto del mondo capitalista, anche perché l’Unione Sovietica è estremamente cauta e poco incline ad un appoggio completo.
Redazione Vanloon: In Italia la voce di Rossana Rossanda è la più lucida e forse la più simbolica per capire queste ambiguità e il punto di vista della nuova sinistra. Rossanda scrive un lungo articolo sul manifesto già nel novembre del 1971. È un resoconto della sua visita in Cile e del colloquio che ha avuto con Allende ad un anno dall’insediamento del suo Governo. Come dice la stessa Rossanda, Allende aveva un ambizioso programma e dopo un anno i problemi seri di Unidad Popular non vengono dal fatto di aver disatteso le aspettative, ma per aver tenuto sede e mantenuto le promesse fatte.
Redazione Vanloon: E ogni iniziativa di classe più diretta, più elementare, rischia di far precipitare negativamente gli equilibri.
Redazione Vanloon: Il Governo è attaccato da destra perché nazionalizza e redistribuisce il reddito in modo efficace. E da sinistra, perché comunque la struttura di base dell’economia resta capitalistica. E quindi un dipendente della Codelco, l’ufficio di pianificazione del rame, Per esempio si chiede.
Redazione Vanloon: Con chi e contro chi stare? Contro l’imperialismo? Facendo sgobbare gli operai? Con gli operai? E al diavolo la produzione? Un colpo sicuro al Governo? Subito? Mentre nessuna soluzione di ricambio a sinistra è pronta?
Redazione Vanloon: E nel dubbio tutti si armano.
Redazione Vanloon: Così a un anno di via legale, mentre tutto il mondo si sciacqua la bocca con la pacificità della via cilena, non è un mistero per nessuno che in Cile è armata la destra, armato l’esercito, armati i gruppi di sinistra, armati con prudenza i partiti operai, perché tutti pensano di doversi, molto probabilmente, difendere.
Redazione Vanloon: Per un’ironia della sorte, in questo articolo Rossanda riporta questa posizione di Allende.
Redazione Vanloon: L’Esercito Cileno, mi spiega come tutti in Cile, non è il tradizionale strumento del golpismo, è l’espressione di un ceto medio fortemente istituzionale. Tuttavia, differentemente da altri, il compagno presidente non sembra cullarsi in nessuna illusione. Dosa gli aggettivi e si contenta che sia, per ora, d’una neutralità.
Redazione Vanloon: Due anni più tardi, l’Esercito è autore del golpe.
Redazione Vanloon: “Il ciclo di profondi cambiamenti del Governo Allende fu una sfida che un sistema impotente e in crisi non riuscì a sopportare. La violenta boccata d’ossigeno della libertà risultò fulminante e la guardia pretoriana fu chiamata per ripristinare l’ordine, il piano di pulizia e un piano di sterminio”. Edoardo Galeano, le vene aperte dell’America Latina.
Redazione Vanloon: Cile 50, viaggio attraverso il golpe, è uno speciale realizzato dalla redazione di Vanloon in onda sulla città Fujiko per il 50° anniversario del colpo di Stato in Cile dell’11 settembre 1973.