I dibattiti della campagna elettorale sono stati incentrati sulle candidature e si sono “scordati” il tema del gender gap. È quando lamenta Period Think Tank, che segnala come manchino delle proposte politiche per superare il differenziale di genere nonostante i dati dell’Istat si rivelino drammatici.
«Siamo amareggiate della retorica sull’importanza della parità di genere – osserva Giulia Sudano, presidente di Period – se poi i partiti che dovrebbero occuparsi di proporre politiche efficaci per ridurre le disparità di genere non aprono nemmeno in campagna elettorale confronti seri sulla lotta alla povertà, sulla redistribuzione del lavoro di cura e sulla garanzia di un lavoro dignitoso ed equo».

Anche in campagna elettorale i partiti non si preoccupano di come ridurre il gender gap

L’analisi di Period Think Tank parte dai dati del Report Annuale dell’Istat, pubblicati lo scorso luglio. In particolare, aumentano le famiglie monogenitoriali e quelle composte da madri sole sono l’80,9% del totale. Di queste, 210mila si trovano in povertà assoluta (l’11,7%). In crescita anche il numero di donne anziane che vivono da sole: ben il 38,8% delle over 65 rispetto al 19,5% dei coetanei uomini. Tra le persone anziane aumenta inoltre il numero di chi si fa carico dei famigliari non autonomi e la cura che prestano le persone over 65 si rivolge per lo più a persone non autonome conviventi.

Non va meglio sul lavoro. Il fenomeno del lavoro non standard, ossia quello di chi si trova in condizioni di scarsa continuità o intensità lavorativa, colpisce soprattutto le donne: il 47,2% delle lavoratrici tra i 15 e i 34 anni è una lavoratrice precaria o part-time, spesso involontario, rispetto al 34,4% dei loro coetanei uomini.
Dai dati emerge quindi che le donne hanno un rischio più elevato di avere occupazioni non-standard rispetto agli uomini in ogni settore economico, anche in quelli a prevalenza di lavoro femminile.

«Casa, salute e lavoro sono tre pilastri fondamentali da cui può partire una vita dignitosa – rimarca Sudano – Quello che affronteremo nei prossimi mesi, come crisi anche sociale ed economica come risultato di diverse crisi che si sono sommate, ci pone la necessità di intervenire ed è il motivo per cui abbiamo scelto di evidenziare queste tematiche».
La presidente di Period insiste sulla conoscenza dei dati, sia per capire le dimensioni di un fenomeno, sia per programmare politiche che a monte si pongano l’obiettivo di ridurre le diseguaglianze di genere. Un metodo di lavoro ancora purtroppo marginale in Italia.

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