I grandi della Terra sembrano disinteressati ai cambiamenti climatici. Così i cittadini si organizzano in modo spontaneo in movimenti dal basso. Anche a Bologna hanno fatto capolino due gruppi nati in Europa: Fridays for Future e Extinction Rebellion. Vi raccontiamo chi sono.
Cittadini uniti contro i cambiamenti climatici
Dopo le roboanti dichiarazioni seguite all’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, il tema del salvataggio del pianeta non sembra essere al centro dell’agenda dei grandi della Terra. A tenere banco sono altre questioni, i Paesi si defilano formalmente o de facto dagli impegni presi, ma non per questo il surriscaldamento globale risparmia intere popolazioni dalla violenza dei suoi effetti.
In Italia non va meglio che altrove: non esiste più un partito esplicitamente ecologista e le tradizionali associazioni ambientaliste non sembrano più avere la forza che avevano in passato.
Nel nostro Paese, però, sono recentemente sbarcati almeno due movimenti nati in altri contesti europei, che sono caratterizzati dall’impegno civico di cittadine e cittadini proprio sul tema del clima.
Anche a Bologna, lo scorso week end, si sono manifestati due movimenti dal basso che pongono il contrasto dei cambiamenti climatici al centro della loro azione.
Da un lato Friday for Future, dall’altro Extinction Rebellion. I tratti che hanno in comune sono diversi: entrambi sono nati nell’Europa del nord (rispettivamente Svezia ed Inghilterra), entrambi si battono per richiamare l’attenzione della politica sui cambiamenti climatici ed entrambi sono composti da semplici cittadini.
Fridays for Future è ispirato al movimento internazionale nato da Greta Thunberg, la studentessa svedese di 16 anni che da 26 venerdì, anziché andare a scuola, porta la sua protesta sotto la sede del Parlamento, a Stoccolma. Il suo messaggio, semplice e diretto, ha avuto tanta eco che l’adolescente è stata invitata a parlare alla conferenza internazionale sul cambiamento climatico Cop24 organizzata dall’Onu a dicembre in Polonia, e poi di nuovo a Davos, al World Economic Forum, con un discorso con cui ha avvertito i “potenti” che “la nostra casa è in fiamme”.
Nel corso dei mesi la protesta, inizialmente solitaria, della giovanissima svedese ha richiamato l’attenzione dei suoi coetanei e dalla Svezia si sta diffondendo in tutto il mondo, attraverso la partecipazione degli studenti. Il gruppo Fridays for Future – Bologna è nato su impulso di Caterina Noto, 25 anni e una laurea in Scienze ambientali, che ne ha parlato ai nostri microfoni.
ASCOLTA L’INTERVISTA A CATERINA NOTO:
Dall’Inghilterra, in particolare da Londra, invece, arriva Extinction Rebellion, un movimento che, come si evince dal nome, vuole opporsi all’estinzione, guidare un cambiamento radicale, attraverso la resistenza non violenta, fermare la perdita di biodiversità e minimizzare il rischio di collasso ecologico.
Nato a metà del 2018, il movimento britannico ha fatto parlare di sè per l’iniziativa con cui ha bloccato i ponti della capitale, in un’azione che ha portato all’arresto di una dozzina di attivisti.
A Bologna lo scorso week end si è tenuto il primo incontro nazionale del movimento italiano, che ha presentato un manifesto programmatico.
Il nostro Andrea Utensili ha raggiunto il portavoce del movimento italiano, il ricercatore Marco Bertaglia, che ha raccontato obiettivi e valori alla base del gruppo. La prima azione italiana, in realtà, è stata registrata a Milano, all’interno di un centro commerciale, dove EXtinction Rebellion ha dato vita ad un “die-in”, un sit-in con la simulazione di decessi.
ASCOLTA L’INTERVISTA A MARCO BERTAGLIA: