Il Museo Civico Archeologico apre le porte al pubblico per la mostra “I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer”: una raccolta di materiali audiovisivi, sonori, fotografici, di oggetti e di documenti d’archivio sulla vita politica del leader indiscusso del comunismo italiano ed europeo che sarà accessibile gratuitamente fino al 25 agosto. Cinque le sezioni tematiche curate da Alessandro D’Onofrio, Alexander Höbel, Gregorio Sorgonà e Carlo De Maria e allestite per i quarant’anni dalla sua scomparsa, avvenuta l’11 giugno 1984. L’iniziativa è stata realizzata dall’associazione Enrico Berlinguer e dal Centro studi e ricerca Renato Zangheri in collaborazione con il Museo civico archeologico e il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Bologna.

A quarant’anni dalla scomparsa di Enrico Berlinguer una mostra sulla sua carriera politica

«Dopo il successo di Roma, riproponiamo la mostra anche a Bologna», ha spiegato Gregorio Sorgonà, ricercatore presso la Scuola Normale Superiore di Pisa e tra i curatori dell’esposizione. «Città a cui Berlinguer era legato per ragioni politiche e simboliche», qui Bologna diventa sinedocche dell’Emilia-Romagna, «regione in cui le strategie adottate da Berlinguer trovarono ampio sostegno».

«Abbiamo creato un percorso in cinque tappe che non riflettono solo gli snodi cruciali della carriera politica di Berlinguer – la sua iscrizione al Pci nel 1943, l’incontro con Palmiro Togliatti e la sua adesione all’idea della “democrazia progressiva”, la sua nomina a segretario del Partito comunista italiano, poi la sua direzione e il suo segretariato dal 1972 all’84 -, ma anche punti, luoghi, che raggiunse grazie alla sua visione politica. Mantenne infatti i rapporti con l’Urss e i paesi del blocco sovietico – fino alla repressione della Primavera di Praga, in seguito alla quale si smarcò dal campo socialista sostenendo la necessità di tutelare la Repubblica italiana. Ma anche i legami con i movimenti di liberazione, come quello vietnamita, i leader socialdemocratici della Repubblica federale tedesca, le relazioni con i partiti progressisti dell’America latina – denunciando il golpe in Cile del 1973 – e quelle con la Repubblica popolare cinese, che riprese in un secondo momento».

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Mostra su Berlinguer

«Fu un politico lungimirante e molto amato dalle persone sia per la sua caratura morale sia per le sue idee», ha aggiunto Sorgonà. «L’ambiente, il problema delle risorse naturali ed energetiche, la critica del capitalismo e del consumismo, l’idea di un governo mondiale, la pace, il disarmo, la questione femminile e quella dei giovanile, la morale, l’attenzione per la rivoluzione informatica e il suo impatto sul mondo del lavoro e sulle società democratiche. Per lui erano temi fondamentali e pensando ai problemi di oggi, sono questioni attuali. L’approccio, quello di cercare soluzioni comuni, globali, per risolvere i problemi legati questi argomenti, è l’eredità di questo personaggio. Per questo lo ricordiamo con questa mostra» e con una serie di iniziative collaterali gratuite. Incontri dibattiti, proiezioni di documentari e visite guidate infatti accompagneranno i due mesi dell’esposizione e si svolgeranno nella sala Risorgimento del Museo Archeologico. Tra i relatori Laura e Maria Stella Berlinguer, Monsignore Matteo Maria Zuppi, Maria Giuseppina Muzzarelli, Massimo D’Alema, Walter Tega, Achille Occhetto, Valeria Cicala, Claudio Petruccioli, Annamaria Carloni, Walter Veltroni, Anna Del Mugnaio, Fabio Mussi e Livia Turco.

Parallelamente alla mostra è uscito il volume omonimo “I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer” che, in otto sezioni, mostrerà materiale, foto e documenti autografi, che dimostra l’attualità della voce di Berlinguer.

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