Dopo le 16 condanne al altrettanti attivisti durante gli scontri davanti alla sede bolognese Bankitalia, nel 2011, un attivista del Tpo commenta le sentenze lanciando una provocazione: “Aveva ragione Berlusconi?”. Durante la manifestazione un poliziotto ruppe i denti a Martina: condannato a 1 anno e 4 mesi.
Scontri Bankitalia: Tpo lancia la provocazione
Sono arrivate come una doccia gelata le 16 condanne emesse ieri dal Tribunale di Bologna nei confronti degli attivisti che, nell’ottobre 2011, diedero vita ad una contestazione davanti alla sede bolognese di Bankitalia.
Un giudizio inaspettato, al punto che ancora c’è chi stenta a crederci e continua a ribadire che, in quell’occasione, gli attivisti furono oggetto delle cariche e della violenza della polizia. Violenza che è stata parzialmente accertata dalla stessa magistratura, che ha condannato a 1 anno e 4 mesi Pasquale Bonofiglio, il poliziotto che con una manganellata ruppe i denti a Martina, una delle manifestanti.
Dai 3 ai 15 mesi sono invece le condanne comminate ieri in primo grado ai manifestanti, appartenenti a centri sociali e collettivi come Tpo e Hobo, per reati che vanno da resistenza a pubblico ufficiale, manifestazione non autorizzata, interruzione di pubblico servizio e accensioni ed esplosioni pericolose.
Per i condannati, l’incredulità sta anche nel fatto che in questa occasione non vi sia stata, come succede solitamente, la sospensione della pena.
“Allora aveva ragione Berlusconi?“, è la provocazione che lancia Nicola, uno degli attivisti del Tpo. La battuta, che fa riferimento alle accuse rivolte dall’ex Cavaliere alla “magistratura politicizzata“, sottende una riflessione su quello che sta accadendo a Bologna negli ultimi tempi, dove non sembra più esserci una proporzione tra il reato e la pena comminata e dove le sentenze della magistratura sembrano favorire la politica. “Spero di sbagliarmi – auspica l’attivista – ma di fronte ad una politica che non ha il coraggio di prendere posizione, a farne le spese sono gli attivisti sociali e politici, che ogni giorno cercano di rendere questa città un posto migliore”.
Nel frattempo, il Tpo riprende lo slogan utilizzato proprio in seguito a quei fatti, quando lanciò la campagna per ottenere la verità sulle lesioni subite dall’attivista a cui furono rotti i denti: “Non ci toglierete il sorriso“.
A questo, sui social network affianca un hashtag molto eloquente: #Fermateli!