In seguito a una specifica richiesta del Consiglio comunale del 2013, è stato elaborato un piano per provvedere alla bonifica delle coperture in cemento amianto ancora presenti sul territorio e guidata congiuntamente da Comune e Azienda USL. Definite 17 azioni da svilupparsi entro il 2028, in linea con le normative Ue.
Bonifica Amianto: il Comune si prepara
Nella settimana in cui è tornata alla ribalta la questione dei rifiuti tossici nel terreno sottostante la sede di Hera S.p.a., grazie all’inchiesta del programma Report, e si attende la sentenza definitiva sul processo Eternit, il Comune di Bologna si propone un piano ambizioso di bonifica progressiva delle coperture in cemento amianto e dei restanti manufatti: l’obiettivo è quello del totale smaltimento delle coperture in condizione di evidente o parziale pericolosità.
“Tra le priorità – commenta l’assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo – c’è da lavorare sulle situazioni di presenza di amianto nelle vicinanze degli edifici scolastici: non nelle scuole, dove il Comune negli anni scorsi ha fatto un intervento massiccio di bonifica, ma nelle vicinanze delle scuole e, progressivamente, negli altri siti sensibili, dandosi ogni anno degli obiettivi e monitorando continuamente i risultati”.
Già nel 2011 è stata avviata una mappatura aerea delle coperture in cemento amianto sospette che, seppur non esaustiva, va a toccare la parte più rilevante della presenza di amianto in città. Come puntualizza Marco Farina, responsabile del progetto, “si tratta di 1624 coperture, a cui si aggiungono altre 210 ritenute incerte, proprio per il tipo di rilevamento effettuato, le fotografie aeree. Di queste, il 79% della superficie totale è composto da edifici industriali. Se si dovesse effettuare una proporzione, si parlerebbe di circa 1 mq di amianto per abitante, contro i 30 dell’area di Casal Monferrato e i 19 (dedotti, non dichiarati) della Lombardia”.
L’assessore all’Ambiente Patrizia Gabellini sottolinea “la centralità della collaborazione e sensibilizzazione dei proprietari di stabili contenenti amianto: si deve capire quale sia il pericolo effettivo per dare informazioni corrette e non creare falsi allarmismi”.
La peculiarità del piano sta proprio nel tentativo di coinvolgere e rendere coscienti i soggetti proprietari degli immobili interessati, a partire dal censimento già effettuato dal Comune.
Alla necessità di far chiarezza e informare correttamente i cittadini si sommano delle difficoltà di ordine giuridico, dal momento che l’obbligo di smaltimento dell’amianto è in primis dei proprietari privati. “Noi non possiamo intervenire in una proprietà privata – aggiunge Gabellini – senza una serie di autorizzazioni e un’emergenza motivata”.
E per favorire questa operazione non semplice, il Comune ha deciso di stanziare un fondo eccezionale di 50.000 euro, finanziato grazie alle risorse derivanti dai canoni patrimoniali degli impianti di telefonia mobile, per intervenire sul patrimonio comunale – già in larga parte sottoposto ad operazioni di bonifica – e in sostituzione dei privati che non fanno quello che sarebbero tenuti a fare, ovviamente rivalendosi sul soggetto che avrebbe dovuto occuparsi dello smaltimento.
Sarà un’operazione lunga, ma nel frattempo il Comune ha elaborato una bozza in previsione di un’istruttoria pubblica prevista per il 2 dicembre, dove ci sarà modo di avere un momento di confronto per motivare la scelta di attuare questo piano speciale.
Luigi Grifone