Sacchetti contenenti amianto lasciati per strada, a fianco ai cassonetti, in attesa di essere recuperati. Il consigliere regionale del M5S denuncia la procedura ordinaria di Hera per lo smaltimento del pericoloso materiale. “Pericolo per la salute pubblica. E se un bambino apre il sacchetto?”

“Passeggi per Bologna e cosa trovi? Un sacchetto, appositamente sistemato e accuratamente collocato accanto al cassonetto, contenente amianto. Con tanto di regolamentare bollino che ne certifica la pericolosità”. Comincia così la nota diffusa dal consigliere regionale del M5S Andrea Defranceschi, in cui denuncia la procedura prevista da Hera, la multiutility che gestisce i servizi ambientali, per lo smaltimento dell’amianto.
La segnalazione è arrivata da un altro grillino, il consigliere di Quartiere Davide Zannoni che, imbattutosi in un sacchetto contenente amianto, ha chiamato allarmato Hera, sentendosi rispondere che è tutto regolare.

La procedura è la seguente: Hera ha affidato la gestione di rifiuti contenenti amianto a una società che si occupa del ritiro e dell’imballo. Questa deposita i rifiuti, opportunamente imballati, per strada e solo dopo alcuni giorni, Hera passa con mezzi propri a ritirarli e a smaltirli.
“Con una simile procedura – osserva Defranceschi – rifiuti tossici pericolosi e cancerogeni sono esposti per giorni in luoghi pubblici, nemmeno posti all’interno di contenitori specifici, in disponibilità di chiunque: così abbandonati, per motivi diversi qualcuno, anche un bambino che gioca, o qualcosa potrebbe danneggiare la confezione, creando un pericolo per la salute pubblica”.

L’amianto è un materiale particolarmente pericoloso perché cancerogeno. Se viene infatti inalata una fibra, può sviluppare nell’essere umano il mesotelioma pleurico, un letare tumore dei polmoni. Il pericolo è ancora più grave per il fatto che la malattia può svilupparsi anche dopo vent’anni dall’inalamento della fibra.
Il consigliere regionale ha preparato un’interpellanza, che verrà presentata anche in Comune e nei Quartieri, per chiedere agli assessori di competenza spiegazioni su “questa irresponsabile (non)gestione di rifiuti altamente tossici”.

Giusto la settimana scorsa Defranceschi aveva denunciato l’amianto “libero” prodotto dai lavori di traforo per la Variante di Valico. “Il Comune di Monzuno aveva minimizzato i pericoli – spiega il grillino – ma quest’oggi l’area di deposito dei materiali è stata recintata e resa invalicabile”. Una misura che al consigliere regionale appare proprio come il riconoscimento di un rischio reale.