Dal 5 ottobre al 15 dicembre la Fondazione Saba per l’arte di Ravenna ospiterà la mostra fotografica “Fotografie e femminismi. Storie e immagini della Collezione Donata Pizzi“.
La fotografia femminista della Collezione Donata Pizzi in esposizione dal 5 ottobre alla Fondazione Saba di Ravenna
Cos’è la fotografia femminista? Claire Raymond, professoressa di storia dell’arte al dipartimento di Sociologia della Virginia, la definisce come un oggetto capace di trasportare significati femministi, anche in situazioni in cui la volontà autoriale differisca dal messaggio finale (come, ad esempio per le fotografe della fine dell’Ottocento) e che parta da uno sguardo non dominante.
È su questa scia che si inserisce la selezione di fotografie per la mostra Fotografie e femminismi. Storie e immagini dalla Collezione Donata Pizzi, in esposizione dal 5 ottobre al 15 dicembre 2024 alla Fondazione Saba per l’arte di Ravenna.
La mostra è il frutto di un gruppo di ricerca nazionale comprendente l’ateneo di Bologna, coordinato da Federica Muzzarelli; La Sapienza di Roma, con coordinatrici Raffaella Perna e Laura Conte; e l’ateneo di Parma con Cristina Casero e incornicia un pezzo di “storia dentro la storia”.
All’interno della storia della collezione di Donata Pizzi, la selezione, curata da Federica Muzzarelli, professoressa ordinaria della Fotografia presso il Dipartimento delle Arti di Bologna, parte dal secondo dopoguerra, focalizzandosi soprattutto sugli anni ’60 e 70, ma continua fino ai tempi più recenti, mirando a un dialogo tra le diverse poetiche generazionali e a divenire un archivio del lavoro delle donne artiste e fotografe italiane.
In particolare, vengono sviluppati quattro assi tematici principali: Album di famiglia, con i lavori storici di Tomaso Binga; identità di genere con Lisetta Carmi e Giulia Iacolutti; stereotipi e spazi di genere con le opere di Liliana Barchiesi a confronto con Alessandra Spranzi, e ruoli e censure sociali con Lucia Marcucci in dialogo con Martina della Valle. Non solo foto, ma completa la mostra anche la scultura oggetto Cosa ne pensi del movimento femminista di Paola Mattioli e le riproduzioni anastatiche dal volume collettivo femminista Ci vediamo mercoledì. Gli altri giorni ci immaginiamo (1978), oggi testo essenziale per la storia dell’arte.
L’ingresso alla mostra è gratuito.
ASCOLTA L’INTERVISTA A FEDERICA MUZZARELLI: