I lavoratori del servizio di rilevazione Istat per il Comune di Bologna vengono pagati a cottimo, 20 centesimi a prezzo rilevato, e percepiscono 150 euro al mese nonostante 20 ore di lavoro settimanali. Lo denuncia la Cgil, che punta il dito sull’appalto aggiudicato da Focus Marketing. Lavoratori e sindacato portano in tribunale la società e il Comune di Bologna per non aver vigilato.
Dopo il caso di Palazzo Paleotti, dove i lavoratori dell’Università venivano pagati 2,8 euro l’ora, uno scandalo analogo investe un altro ente pubblico, il Comune di Bologna.
Nel servizio di rilevazione Istat, fino al 2015 svolto da dipendenti comunali e quest’anno esternalizzato tramite un appalto, i quattro lavoratori vengono pagati a cottimo, 20 centesimi per prezzo rilevato, e nonostante lavorino 4 ore al giorno per 5 giorni a settimana, alla fine del mese hanno uno stipendio magrissimo, pari a 150 euro.
A denunciarlo è la Funzione Pubblica Cgil, che racconta come la società che si è aggiudicata l’appalto, la Focus Marketing srl, non rispetti le disposizioni dello stesso appalto, che imponevano l’applicazione del contratto collettivo nazionale.
Il compenso dei lavoratori, che svolgono a tutti gli effetti mansioni che hanno le caratteristiche del lavoro subordinato, viene calcolato sulla base di ciascun prezzo rilevato a fini Istat.
“Appresa la situazione – spiega ai nostri microfoni Anna Andreoli della Fp Cgil – abbiamo fatto presente il problema, ma senza ottenere risposta”.
Per questo motivo lavoratori e sindacato intendono procedere per via giudiziaria, portando in tribunale sia la società che gestisce l’appalto, sia il Comune di Bologna, che in qualità di committente ha responsabilità di controllo.
“La somma aggiudicata dall’appalto – continua Andreoli – è di 50mila euro per due anni di servizio. La spesa del personale, così come viene calcolata oggi, è di 14mila euro, quindi la società ha un bel margine di guadagno“. Precisamente 36mila euro guadagnati a spese dei lavoratori.