Il prossimo 20 giugno si celebrerà la Giornata Mondiale del Rifugiato, l’iniziativa istituita dall’Onu per commemorare l’approvazione nel 1951 della Convenzione relativa allo statuto dei rifugiati (Convention Relating to the Status of Refugees). La giornata è un’occasione per rivendicare l’importanza della protezione internazionale e del diritto d’asilo, oltre che approfondire argomenti specifici connessi al tema.
A Bologna, però, la Giornata Mondiale del Rifugiato non si svilupperà solo il 20 giugno, ma verrà celebrata con una serie di iniziative che prenderanno il via venerdì 18 e si concluderanno martedì 22 giugno.

Giornata Mondiale del Rifugiato, le iniziative bolognesi

Ad inaugurare la serie di iniziative messe in campo da Comune di Bologna, Asp Città di Bologna, Bologna Cares!, Cidas i gestori del Sistema Integrato di accoglienza, i Comuni aderenti al progetto, Città Metropolitana e Caritas sarà, il 18 giugno, la mostra “Non è importante da dove vengo, non è importante la mia storia“. Si tratta di ritratti di vite sospese tra le frontiere, che sono anche il tema portante di questa edizione. La mostra è allestita a Porta Pratello, in via Pietralata 58. L’inaugurazione avverrà alle 21.00 e l’esposizione sarà visitabile gratuitamente fino all’1 luglio.
Sabato 19 giugno, invece, protagonisti saranno gli abitanti di Salus Space e i cittadini del quartiere per il laboratorio/spettacolo di Cantieri Meticci, intitolato “Hotel Baalbeck“. La messa in scena avverrà proprio a Salus Space, in via Malvezza 2/2, alle 19.30.

Nella giornata del 20 giugno sono diverse le iniziative messe in campo. A partire dalla proiezione del documentario “Un giorno la notte” di Michele Aiello e Michele Cattani che avverrà alle 17.00 al Cinema Galliera. L’evento si svolge in collaborazione con Biografilm Festival.
Il clou delle iniziative, però, si concentra al Mercato Sonato, dove alle 19.00 comincerà il talk “Clinica alla frontiera. La frontiera della clinica“, che verrà trasmesso in diretta su Radio Città Fujiko e Lepida TV.
Nello stesso posto, ma alle 20.45, invece, si terrà il concerto di Johan Thiele, Awa Fall e Chris Obehi e verranno proclamati i vincitori del concorso #Ilcieloèditutti.

Lunedì 21 giugno, alle 16.00 sulla pagina Facebook di Bologna Cares, si terrà il seminario “L’evoluzione del sistema asilo in Italia: focus sul Progetto Sai dell’Area Metropolitana di Bologna (Governance e Coesione sociale)“. La sera, alle 21.00 a Porta Pratello, verrà messo in scena lo spettacolo della Compagnia La luna nel letto intitolato “Promise land”.
La rassegna si concluderà poi martedì 22 giugno, quando alle 16.00, sempre sulla pagina Facebook di Bologna Cares, si terrà la presentazione del libro “Ripartire dall’Africa. Esperienze e iniziative di migrazione e co-sviluppo” di Petra Mazzetti e Sebastiano Ceschi.

ASCOLTA LA PRESENTAZIONE DI ANTONELLA CICCARELLI:

La salute mentale di chi migra al centro del talk sulla frontiera

«Nel talk “Clinica alla frontiera. La frontiera della clinica” si parlerà delle esperienze, sia da parte di coloro che migrano, sia di coloro che operano nel campo della migrazione e in particolare si occupano degli aspetti più dolorosi legati alla sofferenza umana che accompagna la migrazione», racconta ai nostri microfoni Maria Luisa Parisi di Cidas. Qualsiasi esperienza migratoria, anche quella entro i confini nazionali, porta con sè correlati di sofferenza, come quella causata dal distacco e di abbandono. Oltre a ciò, però, per come le persone sono costrette a spostarsi oggi, vi è una serie di psicopatologie correlata al percorso migratorio.

Il territorio dell’Emilia-Romagna su questo tema mostra attenzione. Dal 2016, in particolare, sono attivi progetti che riguardano la salute mentale dei e delle richiedenti asilo, come ad esempio “StartER” (Salute Tutela e Accoglienza di Richiedenti e Titolari di Protezione Internazionale in Emilia-Romagna), che ha l’obiettivo di implementare i servizi di tutela dei richiedenti e titolari di protezione internazionale in condizioni di vulnerabilità post-traumatica o con grave disagio sanitario.
Nel 2018, inoltre, la Città Metropolitana di Bologna ha realizzato il primo sistema di accoglienza dedicato a persone che hanno o vivono un momento di disagio mentale o sofferenza organica.

I relatori del talk di domenica saranno Salvatore Inglese, psichiatra e uno dei capostipiti dell’etnoclinica in Italia. Inglese lavora nel Centro Studi Sagara di Pisa insieme a Lelia Pisani. Sarà presente anche Vincenzo Spigonardo, psichiatra e coordinatore del Centro di consultazione culturale che opera all’interno del servizio di accoglienza della Città Metropolitana di Bologna. Oltre a loro saranno presenti operatrici e operatori impegnate e impegnati nella presa in carico della sofferenza sia lungo il tragitto migratorio, sia nei servizi di bassa soglia.

ASCOLTA L’INTERVISTA A MARIA LUISA PARISI:

L’accoglienza a Bologna, un sistema rodato

A fornirci i numeri dell’accoglienza a Bologna è Rita Paradisi, nuova funzionaria Coordinatrice di Area Coesione sociale Asp. Innanzitutto il progetto complessivo ora si chiama Sai (Sistema di Accoglienza e Integrazione), che va a sostituire i nomi precedenti (Siproimi e Sprar).
Si tratta di un’accoglienza diffusa che coinvolge 41 Comuni della Città Metropolitana di Bologna ed è strutturata in un sistema complesso che coinvolge Asp, Comuni, enti gestori, famiglie che accolgono e tutori volontari.

Sono tre le tipologie di accoglienza che, da indicazioni nazionali, anche Bologna mette in campo. Da un lato l’accoglienza di minori stranieri non accompagnati, che nel nostro territorio mette a disposizione 60 posti. Mille, invece, sono i posti in accoglienza per nuclei famigliari ed adulti. L’accoglienza nell’area metropolitana, infine, riserva un trattamento speciale per le persone che manifestano fragilità di tipo sanitario o psicologico. Sono 60 i posti disponibili per questa tipologia di persone.

ASCOLTA L’INTERVISTA A RITA PARADISI: