Dall’1 gennaio 2020 scatteranno le misure previste dal decreto legislativo 127/2015 e per il mondo del commercio, ma anche per buona parte dei professionisti autonomi, sarà una vera e propria rivoluzione. Già operative dall’1 luglio 2019 per quelle attività che superano i 400mila euro di fatturato, le nuove misure prevedono l’addio ai vecchi registratori di cassa, che diventeranno “registratori telematici” e ai vecchi scontrini fiscali, che ora si trasformano in “documenti commerciali”, buoni anche per partecipare alla discussa “lotteria degli scontrini”.
Si tratta di un’operazione che, nella pratica, è molto complicata, ma che fa parte di un più complessivo piano anti-evasione, che non mancherà di dare i suoi frutti.

A spiegare ai nostri microfoni i grandi cambiamenti che arriveranno fra poco più di due mesi è Roberto Pirazzini di Matrix Soluzioni Tecnologiche, azienda leader del settore nella nostra regione.
“A parte la terminologia, cioè non più registratore di cassa ma registratore telematico, non più scontrino fiscale ma documento commerciale, ciò che cambia davvero è che occorrerà una connessione internet per permettere un collegamento con l’Agenzia delle Entrate“. E ciò costituisce già un potenziale problema, visto il digital divide che riguarda alcune zone dello Stivale.

I nuovi registratori, inoltre, dovranno essere dotati di un QR Code che andrà a sostituire l’etichetta verde di conformità e che comporta l’accreditamento all’Agenzia delle Entrate stessa.
Tra le novità, una rilevante riguarda anche quelle attività che finora rilasciavano ricevuta fiscale cartacea, come parrucchiere, idraulici, manutentori di caldaie. Dall’1 gennaio le ricevute cartacee non avranno più validità e anche questo genere di professionisti dovranno attrezzarsi per rilasciare uno scontrino elettronico.
Al tempo stesso, il nuovo documento commerciale darà la possibilità di partecipare alla “lotteria degli scontrini”, di cui si discute in questi giorni. Si tratta di una lotteria a premi fra gli scontrini pagati con la carta, il cui scopo è quello di incentivare sia i pagamenti tracciabili che la pretesa del rilascio dello scontrino, quindi il contrasto all’evasione.

Per fronteggiare la spesa che gli esercenti affrontano, lo Stato ha stanziato contributi fino al 50% del valore del registratore sostituito e, in ogni caso, ha concesso altri sei mesi di moratoria per regolarizzarsi a partire dall’1 gennaio.
“La grande distribuzione si è già attrezzata – racconta Pirazzini – e in alcuni centri commerciali è già possibile ricevere il documento commerciale al posto dello scontrino. Oltre alla dicitura, ciò che cambia visivamente è che l’iva viene esposta, per un’eventuale possibilità futura di scaricarne una parte o tracciare il pagamento elettronico”.
Si stima che in tutta Italia gli apparecchi che dovranno essere sostituiti si aggirano tra i 2 e i 3 milioni e necessariamente ciò richiederà tempo.
“Quello che serve ora è di mantenere la calma – conclude Pirazzini – È vero che sarà una rivoluzione, ma posso assicurare che la mia azienda e tutti gli altri colleghi stiamo lavorando intensamente per assistere tutti i nostri clienti”.

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