Trascorse due settimane dagli eventi drammatici, l’attacco della guardia costiera libica, e da quelli surreali, il fermo amministrativo di un mese e la multa di 10.000 euro per “aver istigato la fuga dei migranti per sottrarsi alla guardia libica”, che ha avuto per involontaria protagonista la nave Mare Jonio, abbiamo cercato di ripercorrere cronologicamente tali vicende in quanto paradigmatiche del periodo particolarmente critico che stiamo vivendo in Italia e in Europa sul versante delle politiche migratorie e dell’accoglienza. Lo abbiamo fatto grazie al racconto di Denny Castiglione, capomissione della nave Mare Jonio durante l’ultima operazione di salvataggio, attivista di Mediterranea Saving Humans dal 2018.

Denny ha ripercorso quei drammatici istanti, uno dietro l’altro: le provocazioni e l’aggressione delle guardie libiche, la disperazione dei migranti e il loro salvataggio in condizioni al limite del possibile, la speranza del rientro in salvo al porto di Pozzallo, la sorpresa mista a indignazione per il trattamento subito dalle autorità italiane e infine la grottesca ricostruzione dei fatti in parlamento da parte del ministro Piantedosi, il suo j’accuse smentito in tempo reale dalle immagini del video pubblicato dagli stessi soccorritori.

Tira una brutta aria in giro, ostile alla benché minima forma di umanità, un clima probabilmente destinato a peggiorare dopo le prossime, imminenti elezioni europee. Le nuove normative nazionali (il decreto Piantedosi) e continentali (il nuovo patto europeo sulle migrazioni) che prevedono di fatto un inasprimento delle regole nelle politiche d’accoglienza con l’orrida “chicca” dell’istituzione di un vero e proprio prezzario per il “rifiuto del migrante”, hanno fatto il resto, garantendo una cornice legislativa a tutte queste ombre nere.

“Puoi portare il cammello alla fonte ma non puoi obbligarlo a bere” (proverbio arabo)

A Denny abbiamo infine chiesto quale sarà il futuro della Mare Jonio e la risposta non poteva che essere “il mare, tornare in mare”. Così, alla fine a difendere un qualche pensiero d’umanità in mezzo a tutto questo schifo, rimane solo un vecchio rimorchiatore che, riassorbita l’ennesima ferita, riparte indomito alla ricerca di storie da salvare per raccontarle a riva.