Migliaia di insegnanti hanno aderito, in tutta Italia, allo sciopero della scuola proclamato da Anief, Saese, Cub e Cobas contro la sentenza del Consiglio di Stato, sui diplomati magistrali. In 50mila, tra cui 6mila in ruolo, rischiano il posto. In sette precedenti pronunce il Consiglio di Stato aveva dichiarato il titolo valido per essere inseriti in graduatoria ed essere assunti. I sindacati: “Alla politica chiediamo un decreto legge urgente”.

Per molti alunni le vacanze natalizie sono durate un giorno in più. Oggi, infatti, in tutta Italia hanno scioperato gli insegnanti, che protestano contro quella che definiscono la “vergognosa” sentenza del Consiglio di Stato sui diplomati magistrali.
Le manifestazioni sono state in tante città: a Roma davanti al Ministero dell’Istruzione, a Torino, Milano, Bologna, Palermo, Cagliari, Catanzaro e Bari, davanti agli uffici scolastici regionali. L’agitazione è stata proclamata dalle sigle sindacali Anief, Saese e Cub, con l’adesione dei Cobas.

Le ragioni dello sciopero riguardano il diritto dei diplomati magistrali prima del 2001-2002 ad essere inseriti nelle graduatorie a esaurimento (Gae). Una recente sentenza del Consiglio di Stato esclude questa possibilità, mettendo a rischio 50mila lavoratrici e lavoratori, tra cui 6mila entrati in ruolo con riserva. Secondo la sentenza, queste insegnanti debbono tornare a fare supplenze.
“È una sentenza sbagliata – commenta ai nostri microfoni Marcello Pacifico, segretario di Anief – perché in sette pronunce precedenti lo stesso Consiglio di Stato ha dichiarato il titolo valido per essere inseriti in graduatoria ed essere assunti”.

I sindacati chiedono alla politica, e in particolare al governo, un decreto legge urgente che impedisca alle insegnanti di perdere il posto.
Il Miur, e in particolare della ministra Valeria Fedeli, però, temporeggia: “Abbiamo chiesto all’Avvocatura dello Stato di darci le linee attuative della sentenza del Consiglio di Stato. Appena arriverà la risposta, convocheremo le parti e troveremo le soluzioni più idonee”.

Tra chi verrebbe colpito dalla sentenza c’è chi insegna anche da dieci anni. A Bologna forte la presenza dei Cobas.
In uno striscione è racchiuso lo slogan della manifestazione e le rivendicazioni: “Non siamo insegnanti usa e getta“.

ASCOLTA L’INTERVISTA A MARCELLO PACIFICO: