Dopo la vicenda di Palazzo Paleotti, in cui i lavoratori in appalto a Coopservice percepivano meno di 3 euro l’ora, Università di Bologna e sindacati firmano un protocollo per scongiurare altri casi del genere. Modificato il criterio del massimo ribasso ed incrementati i controlli per il versamento dei contributi e del salario, insieme alla richiesta al Ministero per estendere le regole a livello nazionale.

Mai più vicende come quella di Palazzo Paleotti. Questo sembra dire il protocollo firmato da Università di Bologna e Cgil, Cisl e Uil sugli appalti pubblici di servizi dell’Ateneo.
Dopo che l’anno scorso è scoppiato il caso sui lavoratori della struttura universitaria, in appalto a Coopservice, che percepivano meno di tre euro all’ora, e dopo la mobilitazione di collettivi studenteschi che per tre giorni hanno bloccato le attività accademiche, ora arriva un accordo che si propone di scongiurare che episodi del genere possano ripetersi, almeno per quanto riguarda gli appalti di stretta competenza dell’Alma Mater.

La misura contiene alcuni punti fondamentali per garantire il rispetto dei lavoratori, a partire dall’utilizzo del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa e non del massimo ribasso nei bandi di gara. Questo punto prevede che nei capitolati d’appalto l’economicità non abbia un peso superiore al 30% dei punteggi.
Il secondo punto introduce la verifica dell’idoneità e congruità dell’importo posto a base di gara e della congruità dell’offerta. E ancora: la previsione della clausola sociale per l’inserimento prioritario, da parte dell’aggiudicatario, del personale già impiegato dall’appaltatore uscente, al fine di salvaguardare l’occupazione.

Vi è poi la verifica della regolarità contributiva e retributiva e, in caso di mancato pagamento, l’intervento diretto dell’Università di Bologna e, infine, un’informazione periodica alle organizzazioni sindacali ed il coinvolgimento delle Segreterie provinciali e delle rsu in caso di difficoltà o criticità nell’esecuzione di un servizio appaltato.

“L’Università di Bologna è la prima in Italia ad avere sottoscritto un protocollo di questo tipo – osserva ai nostri microfoni Francesca Ruocco, segretario dell’Flc Cgil di Bologna – L’obiettivo, però, è quello di estendere il protocollo anche ad altri atenei e, più in generale, agli appalti gestiti dalla piattaforma Consip a livello nazionale”.
Per questo sindacati e Università scriveranno ai Ministeri di competenza, chiedendo proprio di adottare le regole messe nero su bianco a Bologna.