Dopo essersi dedicata a biografie di grandi donne, come quella a Frida Khalo o Maria Callas, Vanna Vinci torna con “Viaggio notturno”, una miniserie in quattro volumi pubblicata da Sergio Bonelli Editore e da lei scritta, disegnata e colorata. Il primo volume è uscito ad ottobre e si può trovare esclusivamente nei negozi del circuito Manixomix, nei Bonelli Store e nello shop online della casa editrice.
“Viaggio notturno”, il nuovo fumetto di Vanna Vinci per Bonelli
Ambientata nella città di Bologna, dove vive la stessa autrice, “Viaggio notturno” racconta una storia di vampiri, come altre già realizzate in passato da Vanna Vinci (“L’altra parte”, pubblicata da Granata Press e “Una casa a Venezia”, scritta da Giovanni Mattioli e prodotta dalla casa editrice giapponese Kodansha).
«Volevo ritornare a lavorare sulla figura del vampiro. In questo caso però volevo lavorare su una figura non positiva e romantica, ma rapace. Mi piaceva l’idea che ci fossero tanti vampiri con connotazioni diverse, sono personaggi quotidiani e non alla Dracula, che vive lontano e in disparte» – continua Vanna Vinci – «Il personaggio a cui mi sono ispirata è Paul Weller, un tipo piuttosto ironico e sfuggente, che non è vestito con mantello e frack, ma ha un giubbotto di pelle, pantaloni neri, stivaletto e i capelli tagliati da Mod. Il riferimento è più una figura della musica rock e punk piuttosto che il vampiro classico».
La protagonista della storia è Jana, una giovane antropologa che riceve in eredità un appartamento a Bologna da una vecchia amica di famiglia, la misteriosa Vera Mayers. L’ingresso nella casa, cristallizzata dall’abbandono della precedente proprietaria, produce una serie di eventi che portano la protagonista a perdersi in un viaggio allucinato, sulle tracce di un gruppo di personaggi occulti ed enigmatici i quali, secondo un vecchio libro, si nutrono di sangue umano e sono immortali.
Sullo sfondo troviamo la città di Bologna, che diventa protagonista del racconto tra i suoi portici labirintici e luoghi sotterranei segreti. «La cosa fondamentale per me era tornare a lavorare su Bologna, sia perchè ci abito e la amo, sia per le sue caratteristiche particolari. Ha diversi scorci, non è mai piatta. Lavorare dentro la città di Bologna, che è come un altro personaggio all’interno di questa storia, è bellissimo» conclude Vanna Vinci.
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