La Giornata della Memoria del prossimo 27 gennaio avverrà in un’atmosfera particolare. Bologna e la Città Metropolitana ricorderanno con decine di eventi la Shoah e lo sterminio degli ebrei durante il nazismo e ciò avverrà nell’80° anniversario dell’inizio delle deportazioni degli ebrei italiani verso i campi di sterminio.
Ma è l’attualità del conflitto israelo-palestinese a condizionare le dichiarazioni in vista della celebrazione. È lo stesso presidente della comunità ebraica di Bologna, Daniele De Paz, a fare un riferimento al presente, sostenendo che dal 7 ottobre – giorno degli attacchi di Hamas – in poi il mondo vive una recrudescenza dell’antisemitismo.

«Porte e varchi di antisemitismo», per il presidente della comunità ebraica il problema anche all’Unibo

Dal 7 ottobre ad oggi il bilancio nel conflitto israelo-palestinese è molto pesante. Se negli attacchi di Hamas erano stati uccisi 1200 israeliani, il conteggio delle vittime palestinesi in seguito alle operazioni militari a Gaza e in Cisgiordania ha superato le 24mila vittime.
Nelle sue dichiarazioni, però, De Paz non si sofferma su questi aspetti, ma tiene a evidenziare un altro problema che il mondo starebbe vivendo da quella data in poi: la recrudescenza dell’antisemitismo.

«Il post 7 ottobre ha innescato indubbiamente la possibilità di riaprire porte rispetto a quello che è un sottofondo antisemita che strisciava nella nostra società», ha detto il presidente della comunità ebraica di Bologna.
Ai giornalisti che gli chiedevano conto di questo allarme, De Paz ha poi risposto: «Si sono aperte porte e varchi che fino ad oggi erano stati contenuti e arginati. Oggi chi doveva esprimersi su questo fronte ne ha avuto la possibilità. C’è stata proprio un’apertura verso questa dimensione che non è solo legata a quello che è il contesto di attualità sul conflitto tra Israele e Palestina, ma in generale si è aperto un contesto globale».

Ancor più nello specifico, De Paz elenca dove si sarebbero aperti i varchi di antisemitismo: «Università americane, Università europee, la nostra Università (di Bologna, ndr), il contesto sociale in generale, le manifestazioni in piazza hanno riportato slogan e messaggi che non appartenevano più alla nostra identità sociale. Le abbiamo riaffrontate e le stiamo riaffrontando con totale dissenso ovviamente, ma con grandissima preoccupazione».

In seguito al 7 ottobre e all’inizio delle operazioni militari israeliana a Gaza, il tema del conflitto israelo-palestinese ha fatto capolino tra le aule dell’Università di Bologna con appelli per il cessate il fuoco, firmati da centinaia di docenti, e manifestazioni di collettivi studenteschi che, tra le altre cose, chiedevano all’Alma Mater di interrompere le collaborazioni con Israele, in particolare per ciò che concerne lo sviluppo di sistemi d’arma o tecnologie con finalità belliche.
Non è chiaro se, nelle parole di De Paz, siano questi i varchi di antisemitismo che si sono aperti.

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