Un mondo sempre più multipolare con la fine dell’egemonia statunitense è con ogni probabilità la ragione per la quale nel mondo il ricorso alla guerra sembra essere la strada sempre più battuta per stabilire nuovi equilibri e tentare di semplificare una realtà complessa. Al punto che anche i Paesi che non sono direttamente in guerra dirottano comunque risorse pubbliche dal welfare al warfare.
Sono alcune delle considerazioni alla base di “Una congiuntura di guerra”, un ciclo di incontri a Bologna che partiranno il 10 ottobre e proseguiranno fino ad aprile con lo scopo di fornire strumenti critici per comprendere il presente e la fase che stiamo attraversando.

Il ciclo di incontri “Una congiuntura di guerra”

Nato dalla necessità emersa sia in ambienti accademici che di movimento, il ciclo di incontri si terrà in diversi luoghi della città e analizzerà le diverse sfaccettature della deriva bellica in cui sembra essere scivolato il mondo. Una deriva che non riguarda solo i fronti aperti, dell’Ucraina al Medio Oriente passando per l’Africa, ma che sta ridisegnando anche le relazioni sociali interne agli Stati, come dimostrano le strette alla stregua del ddl 1660 in Italia.
«Questi incontri vogliono essere la base per un’eventuale mobilitazione – spiega ai nostri microfoni Niccolò Cuppini, uno degli organizzatori – o almeno di una consapevolezza maggiore».

Il primo incontro, previsto per giovedì 10 ottobre all’Istituto Gramsci di Bologna, ha per titolo “Pensare la guerra oggi” e rappresenta una sorta di introduzione a successivi approfondimenti che prenderanno in esame diversi aspetti della “congiuntura di guerra” in cui stiamo vivendo. A confrontarsi saranno la docente di Filosofia politica Laura Bazzicalupo e i politologi Sandro Mezzadra e Carlo Galli.
Il secondo incontro, previsto per il 5 novembre nella sala universitaria di Santa Cristina, vedrà dialogare Damiano Palano, Cristina Basili e Giorgio Grappi sul tema “Caos sistemico, zone grigie, connettività”.
Tutto il programma degli incontri è disponibile sul sito congiunturadiguerra.blog.

ASCOLTA L’INTERVISTA A NICCOLÒ CUPPINI: