“Nel 1965, il Teatro alla Scala mi invitò a fare la musica di un balletto in collaborazione con Mario Pistoni. Della Scala era a quel tempo direttore artistico Francesco Siciliani, che negli anni precedenti aveva promosso esecuzioni memorabili del mio “Cappello di paglia di Firenze” e de “La notte di un nevrastenico”. Tante furono le idee che ci presentarono alla mente: tra queste una si affacciò quasi per assurdo: un balletto su soggetto del film “La strada” di Fellini. Colpito dall’idea fu invece Mario Pistoni, che la fece immediatamente sua, quasi intuisse le molteplici e originali possibilità coreografiche e sceniche che il soggetto offriva.

Della validità dell’idea mi resi conto soprattutto quando, sulla sceneggiatura coreografica stesa da Pistoni, mi accinsi a comporre la musica: m’accorgevo che intorno al nucleo dei temi musicali che sono parte integrante del film (il violino del Matto, la tromba di Gelsomina, il viaggio della moto-carrozzetta, le bande, il circo, ecc.) non solo venivano a disporsi con naturalezza altri miei motivi del mondo musicale felliniano, ma nascevano tante idee musicali nuove, sempre germinate nel clima della favola.

E man mano che procedevo mi accorgevo che la musica andava coagulandosi in un racconto che, pur aderendo alla favola, aveva una sua autonomia. Avvenne poi che, dopo l’esperienza delle varie esecuzioni della “Strada” si manifestò in Pistoni la convinzione della opportunità di dare maggiore sviluppo musicale e scenico ad alcune situazioni che nella prima stesura del balletto risultavano forse un pò sacrificate.

E questo si realizzò senza difficoltà, quasi che il filo musicale della prima stesura si continuasse e si completasse in questa operazione.”

Così scrisse Nino Rota (1911-1979), a proposito de “La strada”, balletto in un atto e 12 quadri, su soggetto di Federico Fellini e Tullio Pinelli, con le coreografie di Mario Pistoni e come primi interpreti, il 2 settembre ’66, Carla Fracci nel ruolo di Gelsomina, Aldo Santambrogio come Zampanò, lo stesso Pistoni nella parte del “Matto” e l’orchestra diretta da Armando Gatto. Da questo lavoro ne verrà poi tratta una fortunata suite da concerto.

Nel ’68, negli studi della Rai di Torino, ne venne realizzata una versione televisiva con gli stessi interpreti principali della prima assoluta, considerata il primo riuscito esperimento italiano di ‘teleballetto’. Nell’85 vi fu invece una ripresa televisiva dalla Scala, trasmessa da Rai2, con Oriella Dorella, Mario Pistoni e Tiziano Mietto, nei ruoli principali e con l’orchestra nuovamente diretta da Gatto. – / / – La versione del balletto proposta nella puntata di giovedì 2 giugno, è quella di ultima mano del suo autore, datata 1978, realizzata per una rappresentazione al Teatro di San Carlo a Napoli, assai più estesa della precedente del ’66, edizione conforme anche all’organico particolarmente ampio già previsto fin dall’origine che, oltre ad una grande orchestra, comprende una banda sul palco, oltre ad un complesso jazz, un organo e una voce femminile, questi ultimi tutti fuori scena.

La registrazione, avvenuta nel luglio 2014 all’Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, è stata effettuata dall’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, diretta da Giuseppe Grazioli, con Cinzel come voce femminile e Nicolai Freiherr Von Dellingshausen al violino, uscita in disco per la Decca nel 2017.

“Un tocco di classico” va in onda ogni giovedì alle ore 24, su Radio Città Fujiko, in streaming ed in fm 103.1 mhz.

—- Gabriele Evangelista —-