La legalizzazione della cannabis, (o meglio, di alcuni derivati) è un tema piuttosto divisivo, non soltanto a livello politico. Dal referendum bocciato dalla Corte Costituzionale a febbraio passando per i ddl ‘fermi’ alle camere, non mancano i tentativi di attuare una riforma delle normative attualmente vigenti, sia in un senso che nell’altro. Nonostante una sostanziale situazione di stallo, già da qualche in Italia vengono commercializzati alcuni derivati della cannabis; si tratta di prodotti identificati come ‘light’, in quanto caratterizzati da un tenore di THC estremamente basso. Tra questi vi è l’hashish light, che viene ricavato dalla canapa legale. Di seguito, vediamo di cosa si tratta e quali prerogative contraddistinguono questo prodotto.

Per ‘canapa legale’ si intende cannabis coltivata ai sensi delle normative vigenti (la sopra citata legge del 2016), ovvero utilizzando soltanto semi certificati che garantiscano la produzione di piante a ridotto tenore di THC. L’hashish ricavato dalla canapa legale risulta quindi sostanzialmente innocuo, dal momento che la quantità di principio attivo è talmente modesta da non scatenare effetti psicotropi. Ciò nonostante, è consigliabile acquistare questo tipo di prodotto soltanto mediante canali trasparenti e certificati, in possesso delle necessarie autorizzazioni e che si dimostrino pienamente tracciabili, sia che si tratti di negozi fisici sia di e-commerce specializzati quali, ad esempio, prodotti-cannabis.it.

Cos’è l’hashish

L’hashish è una sostanza che si ricava dalle infiorescenze delle piante femminili di cannabis. Il nome deriva probabilmente da un termine arabo che vuol dire “erba”, benché secondo alcuni possa essere ricondotto ad una parola (anch’essa araba) affine ad ‘assassino’.

In genere, l’hashish – gergalmente noto anche come ‘fumo’ – è una resina dalla consistenza appiccicosa e dal colore ambrato, spesse tendente al marrone scuro. Viene ricavata raccogliendo le secrezioni resinose delle cime delle piante di canapa, con metodi molto diversi a seconda del luogo di produzione. In India, ad esempio, si ricava in maniera estremamente rudimentale, ossia strofinando l’infiorescenza tra le mani e raccogliendo la resina che resta attaccata sui palmi delle stesse; poi, la sostanza così ottenuta viene modellata a forma di piccole sfere o panetti allungati. In Marocco, invece, le piante di canapa vengono fatte essiccare per poi essere scosse; tutte le parti che cadono, vengono poi pressate diverse volte, così da ottenere la resina con cui viene prodotto l’hashish. Metodi più moderni, adoperati anche in ambito industriale, prevedono l’utilizzo di solventi chimici o di sofisticate tecniche di separazione della resina dagli altri residui vegetali.

Una delle caratteristiche principali dell’hashish è l’elevato contenuto di THC. Di cosa si tratta? L’acronimo identifica il tetraidrocannabinolo, una molecola organica (facente parte della famiglia dei cannabinoidi) in grado di scatenare effetti psicotropi. In altre parole, la sostanza responsabile dell’azione psicoattiva della marijuana e dell’hashish stesso. Quest’ultimo presenta un tasso di THC più alto perché la resina contiene anche i tricomi, le appendici fungiformi che ricoprono le foglie delle cime di cannabis e contengono grandi concentrazioni di principio attivo.

Le caratteristiche dell’hashish ‘legale’

Dall’entrata in vigore della Legge n. 242 del 2016, in Italia è possibile coltivare liberamente Cannabis Sativa Linneus e trasformarla per diversi usi. Questa varietà di canapa viene impiegata anche per produrre alcuni derivati ‘light’, ossia a basso tasso di THC. Questa definizione, che carattere prettamente commerciale ed è priva di riscontro normativo, viene utilizzata per identificare prodotti quali la marijuana o l’hashish ottenuti da canapa legale e contraddistinti da una quantità esigua di principio attivo (non superiore allo 0,5%).

Così facendo, si evita di alimentare traffici commerciali illeciti; in aggiunta, si hanno le necessarie garanzie circa la bontà del prodotto e la conformità dello stesso rispetto alle prescrizioni normative.