Il Navile, uno dei canali che costituisce in bacino del Reno a Bologna, rimane da anni dimenticato dalle istituzioni e dagli enti preposti alla sua manutenzione. Per questo, lunedì 13 novembre, il comitato cittadino ‘Salviamo il Navile’ presenterà in comune il progetto popolare per il recupero del canale, che è in definitiva un bene storico bolognese.
Salviamo il Navile
La dotta, la grassa e la rossa ha il viso di una giovane donna ed il corpo di una vecchia trascurata. Bologna è città bella ed ordinata fino ai confini del centro storico, segnati dai grandi viali trafficati che ripercorrono le vecchie mura medioevali; oltre, si estende una periferia che in certi casi rimane abbandonata a sé. Ne è un esempio il canale Navile, situato nell’omonimo quartiere a nord della Stazione Centrale, a sua volta limite settentrionale del centro storico bolognese. In questa zona, i cittadini residenti testimoniano un odore nauseante dato dalla commistione di acque bianche ed acque nere, che a seconda del vento investe un’area del raggio di circa 2 km; qui, inoltre, beni culturali risalenti al XVI secolo e legati alle funzioni primarie del canale permangono in uno stato di sostanziale incuria.
Al risanamento ed alla riqualifica del canale Navile è votato il comitato ‘Saliamo il Navile’, il quale con il supporto di diverse associazioni cittadine – ossia, Ca’ Bura, Ponte della Bionda, Oasi dei Saperi e Vitruvio – presenterà questo lunedì in comune un progetto di iniziativa popolare, forte di un sostegno provato dalla raccolta di più di 3600 firme. Tre sono le linee d’azione su cui verte la proposta cittadina: risolvere il problema dell’acqua maleodorante; preservare le testimonianze storiche; creare uno spazio verde pubblico che dia un’immagine decorosa a quell’area, tenendo conto del fatto che proprio lì Università di Bologna, CNR e Museo del Patrimonio industriale hanno o sono in via di stabilire alcune loro sedi.
La semplicità delle richieste avanzate alle istituzioni, tuttavia, incontra da anni la complessità immotivata della burocrazia – vecchia nemica dell’efficienza. Non nasce oggi, infatti, la consapevolezza dei cittadini residenti nell’area limitrofa al Navile che beni storici e culturali come quelli lì situati vadano preservati. L’impegno per la valorizzazione delle vie d’acqua bolognesi, e tra queste per il canale Navile, risale al 2011: allora si decise da parte dell’amministrazione comunale di intervenire in merito e terminare i lavori manutentivi entro il 2012. Ma a sei anni da quella decisione, questa ancora non è stata resa nei fatti operativa. Principale ragione di un simile ritardo non è altro che un continuo sgravio delle responsabilità decisionali da parte degli enti e delle istituzioni coinvolte nella gestione del canale e delle vie d’acqua a Bologna. Uno scarica barile questo che ha le sue radice nel problema più ampio di una mancata definizione delle competenze. È questa in definitiva la richiesta più urgente dei cittadini: avere nomi e cognomi di coloro che si devono occupare di riqualificare il Navile, inchiodarli alla loro responsabilità per evitare che i lavori vedano un eterno rinvio.
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Marta Campa