Oggi, venerdì 24 settembre, va in scena un nuovo Global Climate Strike, lo sciopero globale per il clima di Fridays for Future. Il movimento, nato dall’esempio di Greta Thunberg, torna nelle piazze di tutto il mondo per sferzare la politica e indurla ad agire per salvare il pianeta mettendolo a riparo dai cambiamenti climatici.
Quella odierna è solo la prima delle tappe che precedono Cop26, il vertice mondiale sul clima che si terrà a Glasgow a novembre e in cui i governi mondiali dovranno dimostrare di fare sul serio contro un’emergenza planetaria.

Sciopero per il clima, i Fridays for future insieme alle lotte locali

Anche Bologna partecipa allo sciopero per il clima. Alle 9.00 in piazza Verdi si sono ritrovati attiviste e attivisti ambientalisti. A manifestare non è solamente la sezione locale dei Fridays for Future, ma hanno aderito anche tutte le realtà che compongono la Rete delle lotte ambientali bolognesi.
Quest’ultima ha in programma una serie di mobilitazioni, di cui quella di oggi è solo la prima. Domenica, infatti, si terrà un’assemblea cittadina a Làbas, mentre il 24 ottobre ci sarà una manifestazione in città.
Prima ancora, tra il 29 settembre e il 3 ottobre, l’appuntamento è a Milano, dove si svolgerà la pre-Cop26, un incontro preparatorio al vertice di Glasgow.

Gli ambientalisti esprimono un giudizio negativo sull’operato del governo Draghi. «Quelle che ascoltiamo sono dichiarazioni contrastanti – osserva ai nostri microfoni Pasquale Pagano di Extinction Rebellion di Bologna – Le soluzioni proposte sono frutto del culto della tecnologia e nei piani, come il Pnrr, la destinazione delle risorse è a favore di un modello di sviluppo tardo-novecentesco, che è quello che ci ha portato sull’orlo del collasso climatico».

Ma chi scende in piazza oggi a Bologna porta anche istanze locali, prima fra tutte quella contro la realizzazione del Passante di Mezzo. «Quell’opera è l’emblema delle contraddizioni in materia di politiche ambientali – sottolinea Pagano – Se da un lato si parla di Bologna come città carbon neutral nel 2030, dall’altro si vuole allargare una tangenziale che da sola aumenterebbe le emissioni di CO2 del 40%».
La Rete delle lotte ambientali nei mesi scorsi ha elaborato un documento in cui si fornisce una visione diversa della città, affrontando il tema della sovranità alimentare, quello urbanistico e quello dei trasporti.

Su che fare del progetto del Passante, però, non c’è unanimità di vedute, in particolare per un’eventuale versione “green” evocata dal centrosinistra verso le elezioni comunali. «Io posso dire che l’unica versione green del Passante sarebbe quella di non allargarlo», commenta l’ambientalista.
Le richieste nei confronti dell’opera, però, sono due. Da un lato la realizzazione di un’indagine epidemiologica sulla salute di chi vive a ridosso della tangenziale e un’assemblea cittadina sull’ambiente, in cui i cittadini possano esprimere la loro visione sulle politiche ambientali.

ASCOLTA L’INTERVISTA A PASQUALE PAGANO: