Ha debuttato ieri, 13 novembre, “The Shoe Must Go On“, che andrà in scena fino a domenica 17 novembre. Prosegue, così, la Stagione 2024-2025 dell’ITC Teatro di San Lazzaro di Savena con lo spettacolo del Teatro dell’Argine. Con Clio Abbate, Giacomo Armaroli, Lea Cirianni, Paolo Fronticelli, Biljana Hamamdzieva e Francesco Izzo Vegliante. La regia è di Andrea Paolucci, aiuto regia e oggetti di scena di Carmela Delle Curti e le musiche originali sono di Tizio Bononcini.

Il Teatro dell’Argine parla di scarpe nello spettacolo The Shoe Must Go On

The Shoe Must Go On porta sul palco il teatro di figura e le videoproiezioni, il grammelot e le ombre cinesi, il mimo e il teatro d’oggetti. Uno spettacolo in cui non c’è la parola, una drammaturgia originale scritta per raccontare, attraverso la poesia, l’incanto e la magia del gioco teatrale, la vita di chi è perseguitato perché considerato diverso. I personaggi principali sono le scarpe, di ogni modello, e una strana famiglia di guitti/attori/mimi/macchinisti che animano.

«Questa è la storia di una scarpa bianca che si innamora di una scarpa rossa in un mondo di scarpe nere. Tutto qua» è il modo di sintetizzarla del regista Andrea Paolucci, che ha voluto raccontare una storia d’amore inserita in un contesto in cui si è diversi, ed essere “del colore sbagliato” influisce anche sulle scelte quotidiane. «Ci siamo divertiti a dare fondo a tutte le nostre follie visive e a giocare con sei attori, che iniziano questo gioco manipolando scarpe, usando scarponi da scii quando si tratta di avere magari quel compagno di banco un po’ grossettone, la scarpa da ballerina invece quando si incrocia un personaggio più dolce, con questo gioco anche un po’ da bambini proviamo a raccontare una storia che non è solo da bambini».

Questo spettacolo è nato in realtà nel 2013, nell’ambito del progetto internazionale “Acting Diversity“, e adesso torna in una versione riveduta e corretta, ma che continua a parlare a un pubblico di qualunque età «dando anche, perché no, tornando a casa, l’occasione di riparlarne e allargare il ragionamento. E’ uno spettacolo che cerca di parlare a tutti ma cerca poi di far parlare tutti una volta finito» conclude Paolucci.

ASCOLTA L’INTERVISTA AD ANDREA PAOLUCCI: