Ha infuocato la serata dello scorso venerdì 8 dicembre, all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno: Tedua, il rapper genovese in tour con la sua ultima opera “La Divina Commedia”, sta raccogliendo un successo dopo l’altro.
Il cantante è reduce di un’estate trionfale in cui ha dominato la classifica ufficiale degli album più venduti in Italia con “La Divina Commedia” per ben 12 settimane. La stagione autunnale, lo sta rendendo protagonista della scena live urban con un tour di dodici date nei palazzetti, tutte sold out: si tratta della sua prima tournée nei palazzetti, con un numero di date che si è quadruplicato rispetto a quelle annunciate inizialmente, poichè sono state prese d’assalto dai numerosi fan con velocità vertiginosa.
Un ritorno clamoroso
Nelle canzoni di Tedua, aka Mario Molinari, nato nel 1994, cresciuto tra Genova, a Cogoleto, e Milano, a Calvairate, i testi sono molto ricercati e parlano di inquietudini, storie balorde, momenti no, giri notturni, sostenuti da trame sonore elaborate. Lo spettacolo ha messo in risalto il rapper e la sua idea di musica, ma soprattutto la sua crescita. Il rapper non è più quello accusato di andare fuori tempo, ma quello che, è riuscito a ritrovare la spontaneità, come ricorda anche in “Bagagli”:“Quante volte fuori tempo, però ho fatto successo ed il motivo è che davvero ci credevo. Stavo dimenticando il metodo, la pancia, il figlio di puttana quale sono”. Il pubblico lo ha sostenuto, come dice lo stesso Tedua, “non ha mai perso la fiducia” nel suo talento, lo dimostrano i 105 mila biglietti venduti per il suo tour, e ora lui, pieno di energia sta ripagando la sua assenza, andando anche oltre le aspettative. Infatti, visti i successi, con il suo prossimo tour, il cantante si esibirà agli I-Days, l’evento musicale che si svolge annualmente presso l’Ippodromo SNAI di Milano il 29 giugno 2024: è il primo headliner italiano della storia degli I-Days, tra i principali festival a livello internazionale che, nell’ultima edizione,ha radunato ben 320mila persone.
Il concerto
Ispirato alla celeberrima opera di Dante Alighieri, lo spettacolo ha visto alternarsi scenografie caratteristiche dell’Inferno e del Purgatorio sullo sfondo del palcoscenico. Il cantante ha voluto creare un’analogia tra il percorso mistico e tormentato, raccontato dal poeta fiorentino, e il viaggio introspettivo della sua vita, in cui ha affrontato molte difficoltà per arrivare ad una nuova consapevolezza. Secondo Tedua
Il concerto si è aperto con “Intro La Divina Commedia”, il primo brano del disco e uscito in anteprima. Per la prima parte dell’esibizione Tedua indossava un completo denim grigio scuro e occhiali neri. Diavoli, demoni, volti mostruosi e animali feroci hanno animato lo sfondo dietro il cantante, costituito anche da un portone minaccioso che qui diventa la porta dell’Inferno di Tedua. «Il mio è un viaggio», spiega, «La porta si apre perché noi varchiamo delle soglie, quelle dei nostri limiti. E il mio richiamo è anche a Genova, che in passato veniva chiamata la “porta sul mare”». Ai confini del palco, delle fiammate di fuoco hanno richiamato l’atmosfera dei gironi infernali. I musicisti invece, erano situati sopra un rialzo che ricordava un’altura rocciosa del mondo degli inferi. Secondo l’interpretazione del rapper, gli inferi rappresenterebbero il malessere e quindi, uno stato spirituale di assenza di consapevolezza.
Successivamente, la situazione è cambiata: il rapper ha indossato pantaloni e felpa bianca e lo scenario è stato illuminato da luci chiare e suggestive e animato da immagini astratte. Di fianco a Tedua si sono esibiti il suo produttore Shune, e il suo chitarrista di fiducia Dybla. In seguito è apparso al suo fianco Vaz Tè, uno dei rapper e amici della sua tradizione, con cui ha esibito “Bluface”. In più, due voci femminili hanno accompagnato alcune delle performances, rendendo l’atmosfera ancora più soave. Un richiamo al Purgatorio, quel luogo di transizione in cui prepararsi alla beatitudine. Secondo l’artista, rappresenterebbe il metro di misura della coscienza, uno stato spirituale di riflessione e crescita.
Tra un cambio di scena e l’altro durante il concerto, sono stati proiettati video del passato del cantante, che dimostrano come abbia raggiunto una posizione notevole, partendo da condizioni umili. Verso la fine della performance, il portone dell’Inferno si è richiuso dietro Tedua, mostrando immagini speculari di esseri demoniaci. “E quindi uscimmo a riveder le stelle“, chiusura dell’inferno dantesco verso il paradiso, ma anche preludio delle future uscite del rapper. Secondo lui, il paradiso rappresenterebbe il raggiungimento della consapevolezza unita al coraggio di superare i propri limiti.
A un certo punto, Tedua si è rivolto al pubblico, chiedendo direttamente a tutti i maschi di togliere la maglietta e sventolarla in alto e lasciando alle femmine la libertà di farlo o meno. A quel punto, tutta la palazzina si è riempita di maglie e magliette roteanti: anche il rapper si è messo a dorso nudo e ha iniziato a cantare “Wasabi 2.0”, un singolo del 2017. Un altro grande coinvolgimento del pubblico c’è stato con “Vertigini”, il penultimo pezzo in scaletta, nonchè quello più conosciuto dai fans. L’artista ha chiesto a tutti di alzare il proprio telefono con la torcia accesa, creando l’illusione di un vero e proprio cielo stellato.
Alla fine del concerto con il sottofondo di “Outro Purgatorio”, ultimo brano dell’album, Tedua è sceso dal palco ed è passato davanti alla prima fila per mettersi direttamente in contatto con i suoi fans. Qualcuno si è fatto firmare una maglia, qualcuno lo ha abbracciato, qualcuno ha cantato dal suo microfono, qualcuno si è semplicemente fatto toccare la mano. Un momento emozionante e glorioso che ha posto fine ad un concerto maestoso e travolgente.
Eleonora Gualandi