Prima un progetto di recupero, poi una mostra e un podcast, mentre ora un libro. È appena uscito “Sovversivi e sovversive. Storia, memoria e cura” (Edizioni Pendragon), il volume curato da Francesca Delneri, Valentina Gabusi e Michele Lapini con le storie e le immagini delle persone considerate un pericolo per la sicurezza dello Stato che sono state schedate fino agli anni ’80.
Si tratta di soggetti attenzionati dalle autorità nel territorio bolognese dal 1872 al 1983 sotto la categoria “A8“, quella appunto dei sovversivi, tra i quali però si trovano coloro che furono schedati per il semplice fatto di essere amici di sindacalisti, socialisti o anarchici o per avere uno stile di vita non conformista.
“Sovversivi e sovversive”, il libro sui fascicoli delle persone schedate nel bolognese
Il libro nasce da un progetto del 2021, intitolato “Adotta un sovversivo” con il quale l’Archivio di Stato ha recuperato fascicoli provenienti dal Gabinetto della Questura di Bologna relativi appunto a persone attenzionate perché ritenute una minaccia per la sicurezza. Fascicoli che, con l’usura del tempo, rischiavano di deteriorarsi, ma che ora hanno trovato migliori condizioni di conservazione.
Un lavoro di recupero che è stato anche documentato dal fotografo Michele Lapini e che si è trasformato in una mostra, intitolata appunto “Sovversivi e sovversive”, allestita esattamente un anno fa nel Chiostro dei Celestini dell’Archivio di Stato di Bologna in occasione del 150° dell’ente.
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Oltre alla mostra, il materiale dei fascicoli sui sovversivi e le storie delle persone attenzionate dalle forze dell’ordine si è trasformato anche in un podcast di quattro puntate, realizzato da Alice Facchini e Guido Balzani per Altreconomia. Nello specifico, il podcast si concentra sulle donne considerate sovversive, raccontando le vicende di Norma Mazzoni, Ines Oddone Bitelli, Enrica Astorri e Argentina Bonetti Altobelli.
Il titolo della raccolta è appunto “Sovversive. Storie di donne che sfidarono il sistema”.
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Il catalogo edito da Pendragon si concentra in particolare su dodici storie. C’è Giuseppe Massarenti, uno degli emblemi della lotta al fascismo e una delle più illustri vittime del regime, considerato che – tra confino e internamento in manicomio – venne privato della libertà per molti anni della sua vita. C’è Edvige Campogrande, che insospettisce la polizia per il suo comportamento libero e fuori dagli schemi, lontano dagli stereotipi allora dominati che vedevano le donne solo come mogli e madri. C’è Francesco Zanardi, il primo sindaco bolognese socialista, ricordato come il “sindaco del pane”. Ma anche Virginia Tabarroni, zia di Anteo Zamboni e sospettata di essere la mente dietro al fallito attentato al Duce del 1926.
All’interno del catalogo si trovano anche contributi testuali di esperti, come quello della storica contemporaneista Toni Rovatti e del giornalista Michele Smargiassi.
Nel libro, una sezione ad hoc è dedicata ai sovversivi di Grizzana Morandi, Monzuno e Marzabotto, una terra tristemente famosa per l’eccidio avvenuto tra la fine di settembre e i primi di ottobre del 1944. Sono in tutto centonovantadue i fascicoli di persone provenienti da quella zona, poi “adottati” dal Comitato per le onoranze ai caduti di Marzabotto. La missione del Comitato è quella di mantenere vivo il ricordo dell’eccidio noto come la strage di Monte Sole: un’attenzione alla memoria che è anche attenzione per le sue tracce, in particolare in occasione dell’ottantesimo anniversario della Liberazione.
ASCOLTA L’INTERVISTA A FRANCESCA DELNERI:
Il progetto è sostenuto da Strategia Fotografia 2024, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.