Corti, documentari, fiction, libri, spettacoli, musica e socialità lesbica tornano ad attraversare il cinema Nosadella. La sedicesima edizione di Some Prefer Cake, festival internazionale di cinema lesbico, è alle porte. Si svolgerà anche quest’anno negli spazi del Nuovo Cinema Nosadella e del Giardino Lorusso (via dello Scalo 21, via Lodovico Berti 2/7) da venerdì 20 a domenica 22 settembre.

La sedicesima edizione di Some Prefer Cake

Nato come festival di corti dall’immaginario di Luki Massa, storica attivista lesbica e femminista di adozione bolognese, Some Prefer Cake sotto la direzione artistica di Comunicattive e il coordinamento di Teresa Sala, prevede in gara quest’anno anche 3 lungometraggi narrativi, 3 documentari (che si alterneranno tra venerdì 20 e sabato 21), e altri 10 corti di vario genere, proiettati durante le due mattinate di festival nella rassegna Corti a Colazione.

«L’idea è di andare a cercare qualcosa che sia diverso, visto che la visibilità lesbica è adesso pervasiva – spiega ai nostri microfoni Federica Fabbiani, giornalista e programmer della sezione fiction di Some Prefer Cake – Si tratta adesso di andare a cercare in cinematografie lontane, non occidentali, che difficilimente passano al vaglio delle piattaforme; e di portare una esperienza della vita lesbcia che sia collettiva e quindi politica. Il problema principale di questi ultimi anni è infatti l’aver depotenziato la validità politica dell’esperienza lesbica, sia come corpo singolo che come corpo collettivo. I film che abbiamo scelto quest’anno si allineano a questa visione».

Ma il festival non si ferma alle proiezioni, inserendo anche due presentazioni (Trincerate nella carne. Letture intorno alle pratiche della postpornografia e Lesbiche-3 amare, numero speciale della rivista DWF), diversi dj-set e momenti di socialità a cura della Collettiva Elettronika, ma non solo.

Le tre giornate verranno aperte venerdì 20 settembre alle ore 19 dal concerto live di Sara Santi, voce del duo elettro-pop Queen of Saba, cui seguirà la proiezione di How to carry water della fotografa queer, grassa e disabile Shoog McDaniel e in anteprima nazionale la fiction In the company of women di Silvia Munt, storia di Bea, attivista per il diritto all’aborto nella città basca di Errenteria alla fine degli anni 70. Chiude la prima giornata la rassegna Lesbian Pleasure, dedicata ai corti erotici femministi fuori concorso, preceduta dalla performance LIPS_ di e con 2Alaska e Ceci Stuk.

Come da tradizione, la mattinata della seconda giornata si apre alle 9.30 con i Corti a colazione, che tra i temi prevedono il sex work (House of Whoreship), l’intersezione tra l’identità migrante e quella queer (The Archive: Queer Nigerians; Quello che non posso fare, cui seguirà l’incontro con la regista Ilaria Scarcella) e lo scardinamento dei ruoli di genere con il coming out in famiglia di una persona non binaria (Berry Wilde, seguito dall’incontro con lu registu Mika Sattler). La giornata prosegue con la presentazione di Trincerate nella carne. Letture intorno alle pratiche della postpornografia (Meltemi, 2004) con l’autrice Lucia Egana Rojas, la curatrice e traduttrice Helena Falabino e l’attivista e ricercatrice indipendente Slavina alle ore 12.30 nel giardino Lorusso.

È nella giornata di sabato che l’impegno politico transfemminista diventa il fil rouge delle presentazioni, mettendo al centro la rassegna Women Cinema in Palestine, introdotta da Sara Visintin di Donne in strada, che narra Shashat, festival di cinema delle donne palestinesi in Interrupterd Futures e le genealogie familiari e le memorie di Lina Soualem in Bye Bye Tiberias. Il pomeriggio prosegue con le altre due fiction in programma: Housedeeping for beginners (alle ore 16.30), film macedone sul concetto di sfamiglia e Regra 34 (alle ore 18.30), film brasiliano-francese con protagonista Simone, studentessa di giurisprudenza impegnata nella lotta contro la violenza sulle donne e lavoratrice sessuale come cam girl kinky.
Chiude la giornata alle 21 la proiezione Lesvia della regista greca Tzeli Hadjidimitriou, presente alla proiezione, che racconta attarverso materiale d’archivio la storia di Eressos, piccolo villaggio nell’isola di lesbo meta negli anni settana delle lesbiche di tutto il mondo.

Presenti due corti italiani (Sei mesi dopo; Valery Alexanderplatz) nella rassegna a colazione di domenica 22, al seguito dei quali le registe, rispettivamente Chiara Sfregola e Silvia Maggi inconteranno il pubblico, insieme alla storica attivista trans Valerie Taccarelli.
Identità trans e decostruzione delle aspettative di genere condurranno tematicamente la giornata, che prevede alle ore 16 il documentario utopico Life is not a competition, but I’m winning di Julia Fuhr Mann, presente alla proiezione, che immagino uno sport libero dalla rigidità di genere imposte dall’agonistica.

A inframezzare le due proiezioni ci sarà alle 12.30 la presentazione di Lesbiche-3 amare, numero speciale di DWF dedicato al lesbismo politico, in collaborazione con la Libreria delle donne e la Biblioteca italiana delle donne e a cura di Valentina Pinza e alcune delle autrici del numero e il lesbian cult Frauen Bilten Baden, in ricordo dell’attivista lesbica Anna Gauz.
Chiude la serata e il festival lo spettacolo di stand up comedy della fumettista e comica lesbica romana Frad alle ore 18.
L’accessibilità è uno dei punti cardine del festival, per tale ragione tutte le proiezioni sono sottotitolate in italiano e in lingua origianale e gli incontri tradotti simultaneamente in LIS. Tutti gli spazi del festival sono inoltre accessibili alle persone in sedia a rotelle.

ASCOLTA L’INTERVISTA A FEDERICA FABBIANI: