Spacci popolari, magazzini, staffette e supporto alla popolazione. Le Brigate di Solidarietà Attiva continuano il lavoro incessante nelle zone (purtroppo in aumento) del cratere del sisma del Centro Italia, promuovendo l’autorganizzazione. Ora il nemico è il freddo.

Il fortissimo terzo episodio tellurico di due giorni fa ha spaventato anche i volontari. Nessuno aveva mai sentito una scossa così potente. Eppure, qualche minuto dopo, le Brigate di Solidarietà Attività si rimettevano al lavoro per continuare a dare supporto alle popolazioni colpite dai terremoti del Centro Italia.
“Il cratere si allarga – racconta ai nostri microfoni Giuseppe, uno dei volontari – ma noi abbiamo già allargato il nostro raggio di azione”.

Spacci popolari, come quelli di Amatrice e Rocca Fluvione, magazzini pieni di beni di prima necessità, come quelli di Colle del Tronto, staffette e supporto costante alla popolazione che resiste nelle zone colpite. Sono queste le principali attività delle Brigate, che promuovono l’autorganizzazione delle persone e l’autogestione dei territori.
E anche se l’orientamento delle istituzioni è quello di spostare le persone in altri luoghi, i volontari rimangono a fianco di chi invece vuole restare. “Pensiamo sia importante tenere aperti luoghi di socialità e confronto”, osserva Giuseppe.

I presidi della Protezione Civile hanno smobilitato da tempo e molte persone hanno accettato di essere ospitate negli alberghi sulla costa marchigiana. “Mancano tende e strutture – racconta l’attivista – e trovandoci in zone di montagna l’inverno è già arrivato. Non è facile, inoltre, vivere a fianco alla propria casa crollata e immaginare un futuro con lo sciame sismico ancora in corso”.

Eppure per le Brigate di Solidarietà Attiva tornare a far vivere quei luoghi non è impossibile, anche se ora – con tre forti episodi sismici – sembra quasi che ci si debba rassegnare a darli per persi.
“Esistono zone del mondo con rischi sismici maggiori – sottolinea Giuseppe – dove le persone vivono normalmente e nessuno si fa male”.
In attesa di vedere cosa riserva il futuro, le Brigate continuano il loro incessante lavoro e chiedono sostegno. Sulla loro pagina Facebook ci sono tutte le indicazioni per aiutarle.