Presidio dei sindacati questa mattina sotto la sede Inps a Bologna, per “denunciare la grave situazione che si sta determinando sulla gestione degli ammortizzatori nella nostra Regione”. Sono circa 30mila le persone che aspettano lo sblocco delle prestazioni.

Le modifiche al sistema degli ammortizzatori sociali e alle regole per erogare le prestazioni di sostegno al reddito dei lavoratori hanno di fatto paralizzato le procedure di approvazione. Lo denunciano Cgil, Cisl e Uil, che questa mattina hanno dato vita a un presidio davanti alla sede dell’Inps di Bologna per protestare contro una situazione ritenuta ormai insostenibile e chiedere risposte all’istituto di previdenza e al Governo. “Parliamo di lavoratori che aspettano 800 euro al mese – spiega Vincenzo Colla, segretario regionale Cgil – restare tanto tempo senza una risposta per le loro famiglie significa entrare in condizione di povertà. È una situazione insostenibile per una regione come l’Emilia Romagna”.

In Emilia Romagna sono infatti circa 30mila le persone che aspettano i soldi della cassa integrazione o l’indennità dell’Aspi: come fanno sapere i sindacati, sono più di 15mila i lavoratori coinvolti nel blocco della cassa integrazione ordinaria da ottobre 2015, e 4.500 quelli che aspettano la copertura dell’Aspi da giugno. A tutto ciò si aggiungono i ritardi da parte del Governo nella copertura finanziaria della cassa integrazione in deroga (circa 10mila lavoratori coinvolti).

“Abbiamo chiesto un incontro al direttore regionale dell’Inps – fa sapere Colla – sappiamo che la normativa è stata cambiata dal ministero del Lavoro e questo ha creato un imbuto burocratico”. La situazione, però, necessita di una risposta immediata e non di un rimpallo di responsabilità: “i due soggetti devono trovare una soluzione, perché è inaccettabile che mentre si attende una certa interpretazione ci siano 30mila persone che non sanno come vivere giorno per giorno“, conclude Colla.