Aumentano i casi di delegati sindacali licenziati con pretesti e grazie ad interpretazioni delle nuove leggi sul lavoro. Lo denuncia la Fiom che – dopo i casi di Basell e Metalcastello, risoltisi con il reintegro dei lavoratori – oggi ha manifestato davanti all’Elettrondata in provincia di Modena, scioperato alla Tecnoager di Reggio Emilia e paventa uno sciopero regionale. Papignani: “Intervengano Poletti e Bonaccini”.

Sindacalisti: Il Jobs Act è un bavaglio

Fare i sindacalisti ai tempi del Jobs Act e della legge Fornero è sempre più difficile. È quanto si deduce dai sempre più frequenti casi di licenziamento di delegati sindacali che si registrano in Emilia Romagna.
Sono già tre quelli verificatisi nelle scorse settimane, a cui se ne aggiungono altri due, denunciati dalla Fiom Cgil, che stamattina ha organizzato uno sciopero alla Tecnoager di Reggio Emilia proprio contro il licenziamento di un delegato e due lavoratori e, per la stessa ragione, ha manifestato davanti all’Elettrondata di Solignano di Castelveltro, in provincia di Modena.

I casi, quindi, salgono a 5. I tre precedenti riguardano la Basell, la Metalcastello e la Om. Il primo, che aveva visto il licenziamento del delegato Luca Fiorini, si è risolto grazie ad una condanna per condotta antisindacale del tribunale, mentre il secondo è rientrato grazie ad un accordo tra il sindacato e l’azienda. Ancora aperto, invece, è il terzo caso, quello della Om.

Il problema, però, è che questa nuova pratica sembra farsi strada e, per Bruno Papignani, segretario regionale della Fiom, è frutto anche delle nuove legislazioni. “Quando un governo fa certe leggi distruggendo i diritti dei lavoratori – osserva il sindacalista – stimola gli istinti più primitivi e agevola soluzioni che diventano sbagliate e vendicative”.

Negli ultimi due casi emersi, fa sapere la Fiom, i licenziamenti vengono motivati con l’applicazione della legge Fornero, che ha concesso la libertà di licenziamento per motivi economici, nonostante in queste aziende sarebbe possibile utilizzare ammortizzatori sociali in alternativa ai licenziamenti.
Comportamenti che – sottolinea il sindacato – sono in contrapposizione con quanto affermato nel Patto per il Lavoro regionale, per cui è giusto che chi licenzia non possa usufruire dei servizi e degli aiuti previsti dal patto.

La Fiom chiede quindi una presa di posizione chiara da parte del Governo, in particolare dal ministro Giuliano Poletti, e della Regione e non esclude che, oltre alle azioni legali per il reintegro dei delegati licenziati, si arrivi alla proclamazione di uno sciopero regionale.