5G: un dibattito aperto

A Bologna continua a essere aperto il dibattito sul 5G, il sistema di comunicazione di quinta generazione che fa discutere in merito ai suoi costi in termini di salute. Per chiarire se l’avvio di questa tecnologia comporti effettivamente dei rischi, e quali, ne abbiamo parlato con il dottor Andrea Vornoli, dell’Istituto Ramazzini di Bologna. “Quello che possiamo dire come Istituto Ramazzini – ha detto Vornoli ai nostri microfoni – è che al momento non ci sono studi sulle potenziali pericolosità del 5G. Il Ramazzini da sempre è a disposizione per uno studio che vada in direzione della prevenzione, per capire gli eventuali effetti tossici o cancerogeni di questa tecnologia”.

“Noi in passato e recentemente abbiamo pubblicato i nostri risultati sulla tecnologia 2G e 3G e quello che abbiamo visto è un aumento statisticamente significativo, nei nostri animali da laboratorio, di tumori molto rari che riguardano cuore e cervello” continua Vornoli. “Questo rappresenta un primo campanello d’allarme nei confronti di tutta la tecnologia legata alle compagnie della telecomunicazione in generale. Bisogna, prima di introdurre una nuova tecnologia (che si andrebbe a sommare, e non a sostituire, all’attuale), fare uno studio per valutarne la pericolosità”. Al momento non ci sono quindi prove che la tecnologia 5G abbia un costo in rapporto alla salute, per la sostanziale assenza di studi in merito, visto che le compagnie di telefonia mobile e le istituzioni non si sono mai preoccupate di svolgerne.

Il dottor Vornoli ci ha spiegato anche come le tecnologie passate abbiano sfruttato un certo tipo di frequenza, mentre “la tecnologia del 5G riguarderà delle frequenze che sono più alte, e quindi si entrerà nel campo delle onde centimetriche e millimetriche. Per quanto riguarda l’intensità, si prevede che vada nella direzione dell’aumento anch’essa, per via del fatto che saranno connessi molti più oggetti in nostro possesso e non sono gli apparati della telefonia mobile fino ad adesso”. Tre giorni fa la sindaca di San Lazzaro, Isabella Conti, aveva firmato un’ordinanza per bloccare la collocazione di antenne per il 5G. A Bologna, invece, se ne sta ancora discutendo.

Bologna: lo stato dell’arte

Il sindaco di Bologna, Virginio Merola, è stato invitato da alcuni esponenti politici a sospendere almeno temporaneamente il rilascio di autorizzazioni. Proprio nella giornata di oggi le deputate Sara Cunial e Veronica Giannone (appartenenti al gruppo misto) hanno presentato alla Camera un’interrogazione rivolta ai ministri Roberto Speranza e Stefano Patuanelli riguardo la tecnologia 5G, e – a seguito della decisione emersa dalla riunione di oggi dell’Ufficio di presidenza della Città Metropolitana – a Bologna nascerà un tavolo di monitoraggio con valenza metropolitana, che di fatto rappresenterà l’estensione di quello istituito già da qualche mese dal Comune capoluogo. Il dottor Vornoli ha ricordato che “l’Istituto Ramazzini è da sempre a disposizione per dare quelle indicazioni che noi riteniamo più opportune rispetto a questa tecnologia”, affermando che “come si è mossa la sindaca di San Lazzaro, sarebbe bene che si muovessero le altre autorità competenti, perché è sempre meglio prevenire che curare”.

Sara Spimpolo

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