Musica, danza, tanto colore, clownerie, un cast di quattro bravə attori e attrici e un’orchestrazione sapiente di tutti gli ingredienti da parte della regista Emma Dante fanno di Scarpette rotte un piccolo gioiello prezioso per la formazione dei e delle più piccolə al teatro e alla vita.

Emma Dante da tempo lavora sulla riscrittura di storie tradizionali come Cenerentola in cui affronta il tema del disagio familiare, dell’emarginazione e del riscatto sociale, Cappuccetto Rosso occasione per parlare della grassofobia, della valorizzazione positiva della figlia magra rispetto a quella grassa da parte di una madre e del dolore che causa il bisogno di essere accettate dalla propria madre; ne La bella Rosaspina addormentata la fanciulla è svegliata dal bacio del vero amore che è una donna. Ogni riscrittura toglie alle storie la sdolcinatezza, il lieto fine scontato perchè, come la regista afferma spesso “il lieto fine non è per tutti”.

Emma Dante non parla a bambini e bambine in modo “bambinesco”, li tratta come soggetti in formazione, i protagonisti della società di domani che dovranno costruire il proprio futuro e insieme devono saper decodificare la realtà che vivono. Per questo le “storie nuove”, come le chiamava Rodari, non possono illudere di una realtà disneyana che non esiste, non tutti vivono felici e contenti. Occorre narrare loro il mondo presente e le sue diversificate occorrenze al giovane pubblico, punendo o concedendo la felicità a chi lo merita.

In Scarpette rotte la protagonista Celine non riesce a conciliare la fortuna che le capita di essere adottata da una ricca signora con il monito della principessa ad essere generosa e riconoscente e così viene punita dalle scarpette magiche donatele dalla principessa stessa, condannata a consumarsi nella danza senza mai potersi fermare e a perdere nuovamente la voce ritrovata indossandole. Per egoismo tiene per sé un dono e preferisce divertirsi piuttosto che correre al capezzale della donna che l’ha salvata dall’indigenza.

La tragedia si consuma nell’arco di 45 minuti intensissimi, di puro divertimento spumeggiante, un’inarrestabile flusso di clownerie, di danze su musiche di fox trot e boogie woogie in stile anni ’20 a voler forse citare le follie e sregolatezze alla maniera de “Il grande Gatsby”.

La scena iniziale rispetta la storia di Hans Christian Andersen, in un cimitero. lì troviamo una giovane piangente sulla tomba di quella che scopriremo essere della madre. La fanciulla è muta e sola al mondo. E’ al comitero che la ricca signora, accompagnata dal maggiordomo e da un servitore tuttofare, trova Celine e la porta nella sua villa circondata da un enorme giardino ricco di roseti.

Giochi e vestiti e la compagnia dei servitori non bastano, la noia e l’egoismo fanno sì che la fanciulla desideri sempre di più cose per sé rimenticandosi di essere generosa con gli altri e riconoscente a colei che l’aveva salvata da un destino di fame e solitudine.

Se le scarpette magiche, dono di una principessa in visita, le avevano restituito il dono della parola, la sua ingratitudine le toglie nuovamente la facoltà di esprimersi vocalmente. Superbia e vanità la privano dell’amore delle persone che l’avevano accolta.

Sebbene la protagonista non ottenga alcun lieto fine, il pubblico esce dal teatro felice, soddisfatto: ad essere appagato è il desiderio di giustizia che prevede che venga punita l’aridità di cuore e il desiderio di puro possesso di beni materiali. Restano negli occhi le immagini di gioia dei personaggi della storia, le luci, i costumi, le gag, i costumi e soprattutto le danze sfrenate!

Ben scelte le musiche, l’allestimentos cenico è di Carmine Maringola, i costumi scelti dalla stessa Emma Dante e le luci di Cristian Zucaro.

Plauso va ai e alle attorie attrici della Compagnia Sud Cosa Orientale: Martina Caracappa (Celine), Daniela Macaluso (l’ottima imterprete di Madam Adelaide e della Principessa) e i due meravigliosi clown Adriano di Carlo e Davide Celona.

Alla prima replica per le scuole dello scorso 16 dicembre bambinə e ragazzə uscendo erano decisamente contentə e non solo per non essere a scuola a studiare, lo spettacolo li ha sicuramente catturatə tanto che per quei 45 minuti non hanno parlato, bisbigliato, a parte le risate e gli applausi erano davvero rapiti dal movimentos cenico, dai momenti comici e dalla danza, e non soltanto i e le più piccolə!

Oggi Scarpette Rotte è in scena a Modena allo Storchi, il teatro di Emma Dante tornerà a ERT a gennaio con Pupo di Zucchero al Bonci di Cesena dal 12 al 15 di gennaio.