Salute e benessere sono due elementi a cui non possiamo proprio rinunciare. Anche se a volte la tentazione di trascurare visite, interventi e cure mediche è forte, alla fine sappiamo che posticipare ha solo un grande costo: vedere il problema aggravarsi. La difficoltà principale deriva spesso dal fatto che il servizio sanitario pubblico presenta problematiche ataviche, fatte di attese infinite e personale medico irreperibile. Il settore privato pone invece l’ostacolo dei costi, a volte proibitivi per le tasche del paziente.
Come risolvere il dilemma?
Per prima cosa, cerchiamo di capire quello che possiamo gestire senza sacrifici eccessivi.
Può capitare ad esempio di dover fare lunghe file dal medico di base per ottenere una prescrizione soggetta a pagamento del ticket. Organizziamoci quindi, anche grazie ai nostri inseparabili smartphone. Se associamo l’idea di attendere per ore nella sala d’aspetto del medico alla possibilità di collegarci a VulkanVegas, avendo l’opportunità di portare a casa qualche vincita, la prospettiva cambia. Potremmo tornare a casa con le nostre prescrizioni, qualche vincita in denaro e un po’ più rilassati rispetto a prima!.
Un’altra soluzione è quella di spostarsi all’interno dei confini nazionali dove cioè possiamo far valere il nostro diritto alla salute senza dover pagare privatamente per una prestazione.
Le mete italiane del turismo sanitario
L’Italia è una nazione con profonde differenze al proprio interno. La sanità è inclusa nel divario, ed è per questo che spesso sentiamo parlare di turismo medicale all’interno dei confini nazionali. Ma quali sono le regioni più attraenti per i pazienti, e da dove arrivano i malati?
In base ai dati comunicati al Parlamento per il rendiconto sulla gestione finanziaria dei servizi sanitari delle regioni, la classifica prevede:
- La regione Lombardia al primo posto, con oltre 6 miliardi di euro ottenuti dal turismo sanitario;
- Segue l’Emilia Romagna oltre 3 miliardi di euro incassati;
- La Toscana chiude la triade, con poco più di 1 miliardo di euro, seguita a poca distanza dal Veneto.
Le regioni che, al contrario, vedono un esodo dei pazienti sono localizzate al Sud Italia, ma non solo:
- Campania;
- Calabria;
- Lazio.
Queste sono le regioni in testa alla classifica della migrazione sanitaria: tutte e tre infatti superano i 2 miliardi di perdita del sistema sanitario locale, a favore delle regioni del nord. La Campania si avvicina addirittura ai 3 miliardi.
I motivi di tale frattura sono essenzialmente due: il Nord Italia offre maggiore quantità e qualità dei servizi. Attese meno lunghe e cure mediche più efficienti, due aspetti della stessa medaglia.
Il divario tra salute e sport
Anche se ormai tutti sappiamo il collegamento tra salute e sport, nella pratica è facile collegare l’attività fisica a una questione puramente estetica. Rimane invece fermo il legame tra i due aspetti, dal punto di vista anche della sanità. In proposito, c’è un altro divario tra nord e sud, documentato da un indice specifico: l’Indice Territoriale di Accessibilità allo Sport.
Si tratta di un valore che viene calcolato sulla base di 4 diversi elementi, che comprendono l’accessibilità alle strutture sportive, la disponibilità di attività sportiva anche per le famiglie e l’attenzione alla sostenibilità, anche economica, del settore.
In base ai dati raccolti, troviamo una classifica che riassume abbastanza le due liste viste poco sopra.
- Lombardia;
- Toscana;
- Emilia Romagna.
Questa è la lista delle regioni italiane più virtuose dal punto di vista dell’attenzione allo sport. Le regioni del Sud Italia occupano invece le ultime posizioni in merito. Un ulteriore dato che ci fa intuire quanto sia stridente il confronto all’interno del nostro Paese.
Il turismo sanitario da e verso l’Italia
A spostarsi in Italia non sono solo i cittadini italiani, ma anche i pazienti provenienti dall’Unione europea. Libertà di circolazione vuol dire infatti anche libertà di scelta in merito a dove curarsi, rispettando però gli accordi e le condizioni stabilite dall’UE e dal Paese di accoglienza.
In proposito, sono diversi i progetti che mirano a favorire il turismo verso il nostro Paese, come Italcares che vuole replicare quanto già avviene in Stati come la Francia e la Spagna. Il punto fondamentale è trovare un livello di equilibrio tra i costi della sanità privata e quella pubblica, colmando le lacune che spesso i servizi sanitari nazionali si trovano a dover affrontare.
E gli italiani all’estero? Grazie alla globalizzazione, negli ultimi anni il tasso di pazienti che dall’Italia si sposta verso altri Paesi, anche extra UE, è salito in maniera abbastanza netta. Si tratta però di un turismo sanitario diverso e più specifico.
Due, in particolare, sono i settori in cui gli italiani oltrepassano i confini:
- Il primo è quello del turismo dentale. Il motivo è che in Italia non esiste una vera e propria assicurazione sanitaria per cure dentali. Di conseguenza, siamo costretti a rivolgerci alle cure dei professionisti privati che non sono particolarmente economiche;
- Il secondo settore è quello della chirurgia estetica. Dai trattamenti più invasivi come lifting e liposuzione, si passa a trattamenti di carattere dermatologico o mirate ad esempio alla calvizie.
Attenzione però, perché se questo tipo di interventi può sembrare più superficiale e meno necessario, per il nostro corpo non c’è differenza: la sicurezza e la qualità di una cura medica vanno sempre valutati come fondamentali, anche per quegli interventi che sono considerati più uno sfizio che altro.