La Cgil e lo Spi dell’Emilia Romagna chiedono al governo di sospendere la nuova tassa sui rifiuti per discutere dei metodi di calcolo col nuovo governo. Previsto un aggravio di oltre il 20% e le risorse andranno allo Stato e non agli Enti Locali.

Il Comune di Bologna l’ha già fatta slittare a maggio per ragioni tecniche: gli uffici non avrebbero fatto in tempo a distribuire 230mila cartelle in un mese. Ma c’è chi chiede di più.
È la Tares, la nuova tassa sui rifiuti introdotta dal governo Monti, che secondo la Cgil e lo Spi dell’Emilia Romagna dovrebbe essere sospesa per permettere una discussione con le parti sociali sui metodi di calcolo e sul sistema fiscale generale.

Il sindacato ha rilevato che la nuova imposta peserebbe sulle tasche dei cittadini di un 20-25% in più, poiché il metodo di calcolo non tiene conto del reddito nè dei figli a carico, ma si basa solo sulla superficie in possesso o di proprietà del cittadino.
I proventi di questa imposta, inoltre, non finirebbero nelle casse degli Enti Locali, ma andrebbero direttamente allo Stato, che prosegue con il taglio dei trasferimenti.
“Ormai le amministrazioni locali sono ridotte ad esattori – commenta Pasquale Casadio della Cgil regionale – anche se è loro consentito di tenersi i proventi di un aumento di 10 centesimi a metroquadro che difficilmente introdurranno e sul quale comunque noi siamo contrari”.

“L’introduzione del nuovo tributo sui rifiuti e sui servizi, congiuntamente ai diffusi incrementi delle addizionali Irpef e all’applicazione dell’Imu, rappresenta un ulteriore aggravio in particolare sui redditi da lavoro dipendente e da pensione che già alimentano per oltre il 70% le entrate fiscali derivante dal reddito”, fa presente il sindacato, che chiede quindi una sospensione della tassa per poterne discutere col nuovo governo.
“Non è più rinviabile – conclude la Cgil – nell’ambito di una riforma strutturale del sistema fiscale, il superamento della sovrapposizione a crescere del prelievo su tre livelli: Irpef Nazionale, Irpef Regionale, Irpef Comunale. Va invece affermato un sistema fiscale più equo, progressivo e finalizzato a sostenere i servizi pubblici delle comunità locali e in favore delle famiglie e dei cittadini”.