Mentre continua a infuriare la campagna politico-mediatica contro il reddito di cittadinanza, tra dichiarazioni di opinionisti e politici e inchieste giudiziarie che scovano i cosiddetti “furbetti” e danno forza alla retorica contro il sussidio, c’è chi sceglie di andare in direzione contraria. È “Up – Su la testa“, che ha inaugurato una campagna per chiedere il reddito di cittadinanza e un salario minimo orario di almeno dieci euro.

«Sotto dieci è sfruttamento», la campagna per salario minimo e reddito di cittadinanza

«In questo momento c’è un attacco spietato al reddito di cittadinanza – osserva ai nostri microfoni Raffaella Casciello, portavoce della campagna di Up – Un attacco che non vediamo nei confronti delle imprese che ogni giorno evadono il fisco e che non mettono in sicurezza la vita di lavoratori e lavoratrici».
Una subalternità della stampa e della politica alle posizioni di Confindustria, con tanto di imprenditori che continuano a lamentarsi di non trovare forza lavoro, puntando il dito contro il reddito di cittadinanza e dimenticandosi di raccontare le condizioni contrattuali praticate.

«Sotto 10 è sfruttamento» è lo slogan scelto dalla campagna per richiedere l’introduzione di un salario minimo orario da dieci euro, il cui scopo è contrastare anche il fenomeno dei working poors, cioè coloro che, pur avendo un lavoro, vivono in una situazione di difficoltà economica.
Ma la campagna parla anche di reddito di cittadinanza, una misura di civiltà che, specialmente durante la pandemia, ha impedito che molte persone subissero conseguenze drammatiche. «Pensiamo una cosa semplice e di buon senso – spiega la portavoce – tutte le persone, indipendentemente dalla propria situazione occupazionale, devono essere libere dalla povertà».

Sono 4 milioni i disoccupati italiani e 6,3 milioni le persone occupate in situazioni instabili o deboli. A questa platea (e non solo) parla la campagna di Up, che ogni 10 del mese darà vita a iniziative in diverse città d’Italia per portare avanti le proprie istanze.
«Vogliamo attivarci proprio il dieci affinché le persone possano ricordarsi la data e la richiesta che noi facciamo», sottolinea Casciello.
La campagna è pensata in modo espansivo e libero. Chiuque può diffonderne i materiali tra amici, colleghi e vicini di casa, coinvolgere altre persone, organizzare una presentazione o un banchetto informativo e partecipare alle azioni di mobilitazione il 10 di ogni mese.

ASCOLTA L’INTERVISTA AD RAFFAELLA CASCIELLO: