“Pugnali neri. Aenigma, il saltimbanco che beffò il fascismo” è una graphic novel realizzata da TAMassociati (Raul Pantaleo, Marta Gerardi e Mario Spallino), in occasione del 25 aprile, data della Liberazione italiana. Un fumetto che racconta quella che fu la Roma negli anni ‘30 durante il fascismo, attraverso l’incontro tra un professore universitario e un saltimbanco. E quale migliore modo se non attraverso il disegno, la migliore suggestione visiva che ci possa essere per far percepire l’atmosfera cupa di quel buio periodo. 

Pugnali neri. Aenigma, il saltimbanco che beffò il fascismo

“Pugnali neri. Aenigma, il saltimbanco che beffò il fascismo”, è stata pubblicata da BeccoGiallo editore con il patrocinio di ANPI 7 Martiri Venezia il cui presidente, Gianluigi Placella, spiega «Di fronte alla richiesta di patrocinio rivoltaci dagli autori di questo fumetto, con convinzione abbiamo aderito, considerando Pugnali Neri un’opera adatta alla sensibilità dei più giovani principalmente per la modalità comunicativa che, coinvolgendoli nelle aberrazioni del quotidiano durante il ventennio mussoliniano, li porta a prendere atto della differenza abissale tra le oppressioni istituzionalizzate di quel regime e le libertà offerte dal sistema democratico in cui vivono oggi». La graphic novel non può che essere, grazie alle tavole di disegno, un modo nuovo di far conoscere e trasmettere storia, cultura e consapevolizzare sia i giovani che gli adulti, su ciò che fu il fascismo. 

Il fumetto ha come protagonisti il professor Leone Valenti, uno dei pochi insegnanti a rifiutare di firmare il giuramento di fedeltà al fascismo, che incontra il gitano e saltimbanco Ettore mentre stava per essere sottoposto a un pestaggio da alcuni squadristi. Da quel momento tra i due si creò una profonda amicizia che non farà altro che consolidarsi nel tempo, portandoli ad aiutarsi a vicenda, date le condizioni di quel tetro periodo storico. «I fatti che vengono raccontati naturalmente sono una fiction che si basa su personaggi e su fatti realmente accaduti – racconta nell’intervista Mario Spallino, uno dei creatori del fumetto – Per raccontare questi fatti e questi personaggi abbiamo trovato l’espediente di un eroe mascherato. Questo perché? Perché ci è sembrato intanto che nel mondo del fumetto non esistesse l’eroe mascherato in quel periodo. In Italia non era mai stato utilizzato, quindi sembrava uno spazio da nicchia da riempire, anche considerando quello che è il contesto attuale italiano».

Mario Spallino racconta anche alcuni dettagli che hanno portato alla nascita di questa opera. «L’eroe è un saltimbanco, un gitano, un nomade. All’inizio non sa né di essere antifascista né tantomeno di essere un eroe mascherato. Diventerà tale attraverso l’incontro con il professore, il cui personaggio è ispirato a uno di quei dodici professori universitari che rifiutarono di firmare le leggi fasciste che obbligavano, soggiogavano praticamente l’università al fascismo. Furono solo dodici i professori che ebbero il coraggio di firmare».
La graphic novel è colma di riferimenti storici, di dettagli originali capaci di far immergere il lettore nella faticosa e pericolosa vita dei due personaggi. «È un fumetto che in qualche modo vuole essere provocatorio – conclude Spallino – perché ha esplorato tutta una serie di cose che non hanno precedenti». In definitiva vuole essere la metafora del coltello che rigira nella piaga di quello che è il contesto in cui si vive in società e in politica.

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