Il Comune stanzia 183mila euro per le nuove sezioni dei nidi privati. Il Comitato Articolo 33: “Un atto grave nel solco della sussidiarietà voluta da Caffarra”. L’Usb inserisce il tema nella mobilitazione del 7 ottobre.

La questione degli asili nido, simboli storici di una Bologna attenta al sociale, si riapre e accende numerose polemiche sul finaziamento ai privati.
La Giunta Merola ha infatti approvato una delibera per il finanziamento delle cosidette “sezioni primavera”: sezioni di nido aggregate alle materne private con le quali il Comune può stilare delle convenzioni.
Dieci sono le scuole paritarie che hanno attivato queste sezioni, aumentando così a 158 i posti disponibili.

Ma quanto spenderà Palazzo d’Accursio per garantire ai più piccoli un posto nei nidi privati? Conti alla mano, il Comune stanzia un contributo di 1000 euro all’anno per ogni bambino residente a Bologna e con almeno un genitore anche esso residente in città. A questa quota si aggiunge inoltre un contributo di 2500 euro per il coordinamento pedagogico. 183.000 euro complessivi per quest’anno è dunque la somma messa a bilancio da Palazzo D’Accursio.

La notizia suscita la reazione delle associazioni laiche. Secondo Maurizio Cecconi, vicepresidente e portavoce del comitato articolo 33, la linea di condotta del Comune affida via via sempre di più i servizi pubblici nelle mani dei privati, premiando questi ultimi con cifre importanti che si vanno ad aggiungere ai soldi già stanziati a favore delle scuole private (un milione e 55mila euro). Questa nuova manovra economica conferma ulteriormente la politica precedentemente seguita dal commissario Anna Maria Cancellieri: i tagli obbligano il pubblico a “farsi aiutare” dal privato. Una sussidiarietà nel solco di quanto auspicato proprio ieri, festa di San Petronio, dal vescovo di Bologna Carlo Caffarra.

I soldi messi a disposizione dal Comune rientrano all’interno di un finanziamento istituito nel 2004. Secondo quanto riportato nella delibera, la giunta ha ritenuto di proseguire l’intervento sulla realizzazione di questo servizio, sia per sostenere i bisogni di conciliazione e di cura delle famiglie, sia per offrire un percorso formativo ed educativo ai bambini con eta’ 2-3 anni.

La lettura dell’Unione Sindacale di Base è ben diversa. Secondo il sindacato il Comune sta privatizzando i servizi di asilo nido. Per opporsi a ciò, il tema sarà inserito all’interno della mobilitazione già proclamata per il 7 ottobre.

Alessandra Frittelli e Debora Volpi