La Pinacoteca Nazionale di Bologna riapre in pompa magna con il riallestimento delle sue sale più rappresentative, quelle contenenti le opere di Guido Reni, i Carracci e altri autori manieristi.
Sale completamente rivoluzionate e più esaustive
Dopo 4 lunghi mesi di chiusura, dal 17 febbraio, finalmente il 4 luglio la Pinacoteca Nazionale di Bologna può sfoggiare le modernizzazioni applicate alle sale: “Le opere, ora esposte in un percorso narrativo più lineare e accessibile, arricchito da pannelli di contesto e nuove didascalie, accompagnano il visitatore alla scoperta di uno dei momenti più alti della pittura bolognese ed emiliana” sostiene Costantino D’Orazio, direttore ad interim Musei Nazionali di Bologna –Direzione Regionale Musei Nazionali Emilia-Romagna –.
Il risultato di questo riallestimento è davvero sorprendente, non solo a livello tecnico e di sicurezza, e preservazione delle opere grazie all’ammodernamento delle staffe, e degli espositori, ma anche a livello artistico e di godimento della mostra, con uno studio approfondito sull’illuminazione che permette di godersi al meglio le opere esposte, essendo il nuovo lighting plan studiato su misura per le opere esposte.
Restauri e nuove esposizioni
Non solo il “come” è importante, in questo caso il “cosa” sono opere restaurate o esposte per la prima volta. presentata al pubblico per la prima volta è l’esposizione della tela “Annunciazione” di Orazio Samacchini all’interno della sua cornice originale, pregevole manufatto della seconda metà del XVI secolo, realizzato in stile Sansovino e di proprietà dell’Accademia di Belle Arti di Bologna. Il dipinto, conservato presso la Pinacoteca, era stato separato dalla sua cornice in seguito alle requisizioni napoleoniche.
i nuovi supporti espositivi hanno permesso di ampliare la selezione delle opere in mostra, restituendo al pubblico dipinti finora non visibili come le opere di piccolo e medio formato tra le quali i “Santi Pietro e Paolo” di Bartolomeo Cesi, “Gesù Cristo morto sorretto da due angeli” di Orazio Samacchini e “Cena in Emmaus” di Lorenzo Sabatini, autori precedentemente rappresentati solamente da pale d’altare di grandi dimensioni, e due due bellissime e struggenti tele, “Flagellazione di Cristo” e “Gesù Cristo incoronato di spine” che Ludovico Carracci eseguì per la Certosa di Bologna.
Sono stati realizzati interventi conservativi su altre opere di grande valore artistico, tra cui “l’Adorazione dei Magi” di Prospero Fontana, “La Famiglia Gozzadini” di Lavinia Fontana e ‘ “Annunciazione” di Orazio Samacchini. Un progetto di restauro di rilievo ha riguardato il recupero conservativo delle cornici, oltre che delle opere: tra queste, si segnala il restauro della monumentale cornice del “Martirio di Sant’Orsola”.
Un progetto degno di nota
Questo sorprendente processo di modernizzazione è stato possibile grazie all’ investimento complessivo per le operazioni di 980 mila euro, compreso oneri fiscali, finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per gli interventi dedicati all’accessibilità, ancora in corso in altri ambiti del museo, e all’efficientamento energetico, a cui si aggiungono circa 140 mila euro di fondi ordinari destinati al rinnovato apparato illuminotecnico e all’allestimento delle sale che, seguendo il criterio che è stato utilizzato per quello delle sale del Rinascimento e del Barocco, consente un maggior numero di supporti comunicativi, pannelli e didascalie per ogni dipinti esposto, finalizzati a rendere il percorso sempre più accessibile e coinvolgente.