La crisi abitativa è un problema grave, che necessita soluzioni. Parte da questo presupposto l’incontro tenutosi settimana scorsa fra i soggetti coinvolti nello “Student Hostel”, l’ex istituto Zoni occupato dal Cua in viale Filopanti lo scorso 13 ottobre. All’incontro hanno preso parte alcuni rappresentanti di Unibo, della Fondazione Rui, l’amministrazione dell’ex istituto e alcuni attivisti del Cua, cui ha fatto seguito un ulteriore incontro con l’amministratore della struttura.

“Un nuovo incontro per una soluzione politica” allo Student Hostel

L’incontro è stato sorprendentemente positivo, a detta delle stesse attiviste del progetto di Glitch Housing Project: «Abbiamo riscontrato una comune preoccupazione rispetto alla crisi abitativa che permea la città», ha detto Giulia del Cua ai nostri microfoni.
 «C’è stata un’apertura, in particolare attraverso il dottor Golinelli (amministratore dell’istituto di viale Filopanti, ndr), con una proposta, per iniziare i lavori per trasformare l’ex Istituto Zoni in uno studentato, cercando, contemporaneamente, una sistemazione per le persone che sono all’interno dello stabile, che in questo momento, fanno fatica a trovare un’alternativa».

L’intenzione del Cua è quella di promuovere un ulteriore incontro per continuare a lavorare ad una soluzione condivisa. «Stiamo cercando di mettere in contatto tutte le parti del primo tavolo, per avere una nuova discussione pubblica. La volontà del progetto – osserva l’attivista – è trattare l’occupazione e la questione abitativa non come un problema di ordine pubblico, ma come un problema politico, che come tale merita soluzioni politiche».

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Pietro Rossi