È stato consacrato al grande pubblico col romanzo e poi il film “Trainspotting“, ma la sua produzione ha segnato un’intera generazione, costruendo un immaginario e un linguaggio di rottura con la letteratura precedente. Lo scrittore e drammaturgo britannico Irvine Welsh domani sarà a Bologna per una giornata ricca di impegni, tra il letterario e il musicale.
Coi giornalisti però oggi ha risposto a domande a 360 gradi non solo sul suo lavoro, ma anche sulla società contemporanea.

Irvine Welsh a Bologna, il programma della giornata

Si intitola “I am Irvine Welsh” la giornata che vedrà protagonista lo scrittore a Bologna. Il primo appuntamento è al Cinema Odeon alle 18.30, dove lo scrittore introdurrà, moderato da Jacopo Fiorancio, il film che meglio lo rappresenta nella versione restaurata in 4K: “Trainspotting”. Il capolavoro del 1996, si potrà rivedere oggi alla luce delle nuove dipendenze digitali giovanili, secondo Welsh forse persino peggiori di quelle riportate nel romanzo e nel film proiettato di nuovo all’Odeon a tutto volume.

Alle 20.30 Irvine Welsh si sposterà al Bravo Caffè, dove si svolgerà un talk and reading di presentazione del suo ultimo libro “Resolution” insieme allo scrittore bolognese Enrico Brizzi.
Con Brizzi, Welsh leggerà e commenterà brani tratti dalle sue principali opere letterarie che i partecipanti potranno portare con sé in forma cartacea per essere controfirmate dall’autore stesso insieme all’ultimo romanzo.
L’ultimo appuntamento della giornata sarà al Locomotiv Club, dove l’autore si trasformerà in dj con una selezione che andrà dall’elettronica seminale anni 90, al rock fuso con i sintetizzatori e le batterie elettroniche, all’evocativa acid house presente in tanti suoi romanzi, ai brani prodotti da lui stesso con la sua etichetta discografica e in varie collaborazioni.

Le nuove dipendenze secondo Irvine Welsh

«Scegliete la vita; scegliete un lavoro; scegliete una carriera; scegliete la famiglia; scegliete un maxitelevisore del cazzo; scegliete lavatrici, macchine, lettori CD e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita; scegliete un mutuo a interessi fissi; scegliete una prima casa; scegliete gli amici; scegliete una moda casual e le valigie in tinta; scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del cazzo; scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina; scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare. Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi; scegliete un futuro; scegliete la vita. Ma perché dovrei fare una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la vita: ho scelto qualcos’altro. Le ragioni? Non ci sono ragioni. Chi ha bisogno di ragioni quando ha l’eroina?».

È questo il più famoso monologo della versione cinematografica di “Trainspotting”, il romanzo di Irvine Welsh. A parlare è uno dei protagonisti, Mark, che racconta come la tossicodipendenza dall’eroina negli anni ’90 sia la conseguenza anche di una ribellione allo stile di vita mainstream non solo in UK.
Ma secondo Irvine Welsh, se i suoi personaggi vivessero oggi, trent’anni dopo, quali sarebbero le loro dipendenze?
«La stessa gente starebbe in casa adesso, praticamente non uscendo di casa – osserva lo scrittore – Le loro dipendenze avverrebbero tutte prevalentemente in rete. Sarebbero dipendenti dal gioco d’azzardo online, dalla pornografia, sarebbero i giovani probabilmente ad avere disfunzioni erettili. Prenderebbero il viagra per masturbarsi sulle immagini pornografiche. Sarebbero dipendenti dai fast food. Potrebbero avere il servizio a domicilio arrivare fino alla loro porta. Sarebbero dipendenti da droghe e alcol di scarsa qualità. Ma tutto questo accadrebbe tra le mura di casa, in realtà».

Welsh insiste sulle ambizioni prodotte da questa società. «I ragazzi vorrebbero tutti fare gli spacciatori da grandi e le ragazze diventare attrici pornografiche online su onlyans – sottolinea lo scrittore – Penso che la cosa ancora più deprimente che è successa è che il web ha sottratto la cultura dalle strade. Praticamente la cultura non esiste davvero più per strada per le persone che sono economicamente marginalizzate».

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