Quella che potrebbe essere una buona notizia, cioè l’indizione di un concorso per figure educative che lavorino a tempo indeterminato nei nidi di Bologna, rischia di trasformarsi in una guerra fra poveri. O almeno questo è l’allarme lanciato dai Cobas Lavoro Pubblico che contestano la scelta del Comune di procedere a un bando di concorso prima di aver stabilizzato le centinaia di persone che da anni tengono aperti i servizi educativi cittadini.
Eppure, sottolinea il sindacato, ci sarebbe una legge, il dl 44/2023, che all’articolo 3 comma 5 prevede proprio la possibilità di «stabilizzare il personale non dirigenziale con almeno 36 mesi di servizio negli ultimi 8 anni».

Il concorso per i nidi di Bologna che rischia di escludere i precari

«Io lavoro per il Comune di Bologna dal 2012. Oggi siamo nel 2025 e sono ancora precaria», racconta ai nostri microfoni Sandra Stefanizzi, rsu dei Cobas. Come lei, tante persone che lavorano da molti anni nei servizi educativi ma che, con il nuovo concorso, rischiano di essere tagliate fuori.
Un rischio non ipotetico, perché nel 2018 accadde proprio una cosa simile, con quella che il sindacato definisce una “ghigliottina”. In quel concorso, nonostante vi fosse una quota di riserva per chi già lavorava all’interno dei servizi educativi, molte educatrici che lavoravano da anni nei nidi vennero escluse.

Gli strumenti per evitare di mettere in competizione lavoratrici e lavoratori, però, ci sarebbe. Il primo è il già citato decreto legge che dà la possibilità di stabilizzare il personale che ha già maturato esperienza nei servizi comunali. Ma è anche il Piano Triennale del Fabbisogno dello stesso Comune di Bologna a prevedere la possibilità di stabilizzare fino al 50% dei posti disponibili.
Perché indire un nuovo concorso, dunque, prima di stabilizzare il personale che già sostiene i nidi bolognesi? Oltretutto senza consultare le parti sociali? Sono le domande che i Cobas rivolgono all’Amministrazione e per avere una risposta hanno già chiesto un incontro di chiarimento.

ASCOLTA L’INTERVISTA A SANDRA STEFANIZZI:

In giornata è arrivata la precisazione del Comune di Bologna: «Il concorso citato da Cobas Lavoro Pubblico che l’Amministrazione sta valutando di indire non esclude la possibilità di attivare percorsi di stabilizzazione rivolti al personale precario su cui si stanno facendo le opportune verifiche.

Il nuovo concorso sarà invece necessario perché nella graduatoria attuale non vi sono disponibilità sufficienti per le assunzioni con contratto di lavoro part time, unica tipologia di contratto a tempo indeterminato che ormai viene proposta per assunzioni da graduatoria a seguito dell’accordo sindacale che prevede la conversione in tempo pieno dei part time in servizio. Si tratterebbe comunque di una graduatoria da utilizzare in subordine a quella vigente che scade nel 2027».