I disastri ambientali causati dal cambiamento climatico saranno sempre più una delle ragioni che spingerà le persone a migrare. Le stime internazionali prevedono che da qui al 2050 ci saranno più di 200 milioni di persone che abbandoneranno la propria casa e si sposteranno altrove a causa di siccità, carestie, inondazioni e altri fenomeni connessi all’alterazione del clima che renderanno impossibile la sopravvivenza.
Un tema enorme, di cui però non si parla abbastanza. Ed è proprio per questo che il TedX di Bologna, organizzato da WeWorld onlus e previsto per domani, giovedì 30 giugno, al Teatro Manzoni, è intitolato “Giustizia ambientale e migrazioni”.

Tra le relatrici dell’evento ci sarà Francesca Rosignoli, esperta di rifugiati climatici, ricercatrice allo Swedish College for Advanced Study e autrice del libro “Giustizia ambientale” (Castelvecchi editore).
«Molti dei migranti ambientali – spiega Rosignoli ai nostri microfoni – migreranno dal sud globale e si immagina che inizialmente le migrazioni saranno interne al Paese di provenienza. Quando i migranti passano i confini lo fanno in Paesi confinanti, perché da lì è più facile ritornare. Purtroppo però non sempre le condizioni lo permetteranno». Ed è proprio in quest’ultimo caso che scatta la necessità di una forma di protezione giuridica per queste persone.

Migrazioni climatiche, l’Italia all’avanguardia nella protezione giuridica, ma con l’ostacolo delle Questure

Fanalino di coda europeo per molte questioni, l’Italia è invece all’avanguardia per la protezione giuridica nelle migrazioni climatiche. La prima pronuncia in questo senso è del 2015, quando il Tribunale di Bologna riconobbe per la prima volta ad un migrante pakistano, assistito dall’avvocata Alba Ferretti, la protezione umanitaria per ragioni ambientali.
«Poi però sono arrivati i decreti Salvini che hanno smantellato la protezione umanitaria – ricorda Rosignoli – rendendo più stringenti le motivazioni per ottenere lo status di rifugiato».
La legislazione italiana ha fatto nuovamente un balzo avanti nel 2020, quando è stata introdotta la possibilità di protezione per calamità naturale. Un riconoscimento che rende il nostro Paese unico in Europa, dal momento che Svezia e Finlandia, che avevano una norma simile, l’hanno poi abrogata.

«Il problema è che le Questure continuano ad applicare i decreti Salvini – sottolinea l’esperta – Quindi pur avendo una legislazione che ci porta all’avanguardia perché riconosce il permesso di soggiorno per calamità, siamo ancora un po’ indietro perché le Questure continuano ad applicare i vecchi decreti». Eppure l’80% dei migranti che arrivano in Italia dal Nordafrica è un migrante climatico.
Il tema della protezione internazionale per questioni ambientali, però, non è solo un tema italiano o europeo. Visto ciò che prospettano gli scenari del cambiamento climatico nel futuro non troppo remoto, è necessario che il diritto alla protezione venga riconosciuto anche a livello globale.

Al TedX il tema della giustizia ambientale e delle migrazioni

Un altro dato che emerge dall’analisi del fenomeno è come il cambiamento climatico colpisca in modo più serio le popolazioni degli Stati che meno hanno contribuito all’alterazione del clima, ad esempio attraverso emissioni inquinanti.
Qui sta il cuore del tema della giustizia ambientale, che dovrebbe riguardare il concetto di responsabilità da parte di quei Paesi che più hanno generato il problema e più, quindi, dovrebbero mostrarsi solidali nei confronti delle popolazioni colpite, ad esempio riconoscendo loro lo status di rifugiati ambientali.

«Su questo versante l’Africa è uno dei pochi continenti ad avere uno strumento invidiabile – osserva Rosignoli – che è la Convenzione di Kampala, che riconosce la tutela per gli sfollati interni. Quello sarebbe sicuramente un primo passo da adottare in Europa, cominciando da quello per poi muoversi per aiutare queste persone che fuggono dagli effetti dei cambiamenti climatici e che, altrimenti, rimarranno senza protezione e finiranno come migranti irregolari».

ASCOLTA L’INTERVISTA A FRANCESCA ROSIGNOLI: