La sete ha ucciso 54 migranti provenienti dalla Libia a bordo di un gommone. Intanto il governo stringe accordi pseudo-segreti con Libia e Tunisia sui pattugliamenti. Il Coordinamento Migranti: “Cambiare le politiche europee sull’immigrazione”.
Nuova tragedia in mare: 54 persone che tentavano di raggiungere l’Italia dalla Libia su un gommone sono morte per disidratazione.
L’evento risale a fine giugno, ma solo oggi è stato diffuso dall‘Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr), che ha riportato la testimonianza dell’unico superstite, un eritreo, soccorso lunedì notte.
L’uomo racconta un calvario durato 15 giorni: dopo un giorno di navigazione,giunto in prossimità della costa italiana,il gommone è stato spinto indietro dai forti venti; i migranti sono morti di sete, disidratati.
Dall’inizio dell’anno, ricorda l’Unhcr, dalla Libia all’Italia sono giunte via mare 1.300 persone; i morti o dispersi sono circa 170. L’Alto Commissariato punta inoltre il dito contro i pattugliamenti: “È impossibile che il gommone non sia stato avvistato”, commenta Laura Boldrini dell’Unhcr.
Dopo che la pratica dei respingimenti, inaugurata dal governo Berlusconi, è stata ritenuta illegale, il governo Monti sta procedendo ad accordi pseudo-segreti con la Libia e la Tunisia. Al centro di questi accordi ci sono i pattugliamenti sulle coste africane per impedire gli sbarchi in Italia ed in Europa.
“Questi 54 morti – afferma Giorgio Grappi del Coordinamento Migranti di Bologna – sono vittime delle politiche europee sull’immigrazione, che vanno drasticamente cambiate”.